Aspromonte: un viaggio "millenario" tra trekking, panorami e borghi storici

Viaggio in un'altra Italia, vera e legata alla ter

Viaggio in un’altra Italia, vera e legata alla terra, tra i boschi e i fiori dell’Aspromonte, tra trekking, laghi, panorami, borghi storici di bellezza suggestiva. Un luogo dove il tempo si ferma, e dove ci si può fermare per vivere la natura e scoprire la pace.

È un viaggio che allarga l’orizzonte, quello in Aspromonte. Un percorso tra paesaggi che riempiono la vista e silenzi che placano l’animo, attraverso la vetta – e la punta – dello scoglio italiano che si getta nel Mediterraneo. Una terra unica per storia, per natura, geologia e cultura. Un popolo che ha conosciuto periodi di grande splendore, alternati ad altri dove le invasioni hanno segnato la storia di questa regione e del resto del nostro Paese. Già l’origine del nome è controversa: se si guarda la derivazione grecanica, il termine «aspro» sta indicare le montagne bianche, sia per la presenza della neve o di alcune rocce biancastre che caratterizzano il paesaggio.

Quella latina, invece, si riferisce proprio alla montagna, impervia e selvatica. Quel che è chiaro è il legame che la gente d’Aspromonte ha con la montagna. E solo venendo qui, attraversando cime, sentieri e fiumare, lo si può comprendere appieno.

Da Gambarie a Montalto: vista a 360°
Per arrivare alle porte del Parco Nazionale dell’Aspromonte è necessario raggiungere Reggio Calabria, per poi dirigersi verso Gambarie, piccolo centro abitato a circa 1.300 metri sul livello del mare, sede del parco e una delle porte naturali del massiccio. Qui è possibile soggiornare all’Hotel Centrale, adatto sia alle famiglie che a gruppi più numerosi. La struttura, come molte altre in tutto il centro abitato che offrono ospitalità, dispone di un noleggio bici, utile per chi vuole attraversare boschi e pendii con altre velocità e con punti di vista sicuramente diversi. Per il pranzo o la cena, è possibile optare per i ristoranti Bucaneve, Miramonti, o Al Terrazzo. L’offerta di prodotti e piatti tipici placherà anche i palati più esigenti.

Fonte: Vanity Fair