Citynow incontra Cesare Sant'Ambrogio, riferimento per i giovani della pallacanestro reggina

di Domenico Suraci - Citynow.it a tu per tu con u

di Domenico Suraci – Citynow.it a tu per tu con un pilastro della pallacanestro reggina. Tantissimi i giovani cresciuti con il suo modo di fare basket, tra tante difficoltà ma con altrettante soddisfazioni e riconoscimenti.

Cesare, cosa ti ha spinto, dopo 8 anni di stop, a tornare in panchina? E’ stato facile?

Diciamo che aspettavo il momento giusto che è arrivato quando Romana Pirillo a fine settembre, mi ha proposto di occuparmi delle ragazze della Nuova Jolly di C, ho accettato immediatamente con entusiasmo ma devo dirti che non è stato affatto facile riprendere il ritmo degli allenamenti, prima di cominciare, ho chiesto un aiuto alle ragazze che si sono messe d’impegno per facilitarmi il compito. Poi durante l’allestimento dell’attività, abbiamo disputato i campionati under 18 e 16 riuscendo ad allestire due squadre che in futuro sono convinto, si toglieranno grandi soddisfazioni.

Una stagione fatta di alti e bassi, di vittorie e di sconfitte, ma culminata con una promozione nella serie superiore

Quando abbiamo iniziato, era la fine di settembre, ci eravamo prefissi  di fare un campionato per divertirci, ma poi andando avanti ci abbiamo preso gusto, abbiamo visto che tutto sommato il livello non era elevato e abbiamo deciso quantomeno di provare a fare di più. Dopo essere arrivati  secondi ci siamo giocate la promozione con la SMAF Catanzaro e poi è finita con un secco 2-0 come tutti sappiamo.

Una squadra, la tua, formata da un gruppo che spazia da giovani studentesse delle scuole superiori a madri di famiglia. Come riesci a gestirla?

All’inizio credevo che questo fosse un handicap, invece devo ammettere che è stato il vero collante della squadra, le piccole sono state letteralmente adottate dalle più grandi che hanno trasmesso loro anche la voglia di vincere e di impegnarsi in allenamento.

Quali obiettivi, ambizioni e progetti hai per il futuro?

Obiettivo principale è quello di creare una realtà che possa ritagliarsi uno spazio considerevole nella pallacanestro femminile, ambizioni non ne ho molte onestamente, credo di aver vinto tanto nella mia vita, sia da giocatore che da allenatore (così, a memoria mi sembra di essere tra quelli che hanno vinto di più in assoluto a Reggio – 7 promozioni da giocatore e 6 da Coach) e quindi per il futuro vorrei soltanto trovare altre persone, imprenditori che come il mio amico Pino Galeso, credano in questo progetto supportandolo in prima persona anche economicamente.

  • Olympia – Promozione in serie D
  • Soverato – Promozione in serie C2
  • Matera – Promozione in serie C1
  • Barcellona – Promozione in serie C1
  • Catanzaro – Promozione in serie C2
  • Catanzaro – Promozione in serie C1
  • Frassati – Promozione in serie C1
  • UISP Tremulini – Promozione in serie D
  • Melito – Promozione in serie C2
  • Siderno – Promozione in serie C2
  • Vibo Valentia – Promozione in serie C2
  • Palmi – Promozione in serie C1
  • Magic – Promozione in Serie B

Non solo la palla a spicchi nella tua vita. Tra le tue passioni c’è anche la scrittura. Come è nata?

A un certo punto della mia vita ho creduto fosse il caso ed il momento di trasferire su carta molte delle mie emozioni, ho cominciato per caso ed ho finito col pubblicare un libro a Giugno 2014, cui farà seguito, tra non molto, l’uscita del secondo.

Reggio Calabria è una città che ama particolarmente la pallacanestro, come si sta evolvendo il movimento cestistico reggino?

Io non parlerei di evoluzione, bensì di involuzione, tante squadre, molte delle quali senza futuro, nate soltanto per riuscire a portare a casa qualche soldo con il mini-basket, che si fanno la guerra, si beccano e si fanno i dispetti tra loro, tutti vogliono comandare su tutti e le poche collaborazioni instaurate si spengono sulla spinta della pochezza di qualche Dirigente e dii tutto il corollario che gravita intorno alle squadre (presidenti, genitori), col risultato che nessuno cresce in maniera preponderante sulle altre.

Lo sport a Reggio sta vivendo un periodo difficile: Reggina e Viola non fanno ormai più parte delle massime categorie italiane. Cosa sta succedendo?

E’ solo un problema di potere economico, purtroppo l’eccessiva fiscalizzazione del movimento ha creato molti problemi con le aziende che non intendono più investire nel basket. Aggiungiamoci che la FIP, con le sue tasse troppo elevate è la prima “sanguisuga” per le società, che tra iscrizioni, tasse e premi di valorizzazione, sono arrivate veramente allo stremo. Mentre per il calcio credo si sia trattato di pessima gestione degli investimenti, ma comunque 11 anni di serie A per una città come Reggio, credo siano stati un lusso.

A settembre ci sarà la 44ª edizione del Trofeo Sant’Ambrogio. Cosa rappresenta per te? E per la città? Cosa stai organizzando per questa nuova edizione?

Il “Trofeo Sant’Ambrogio”, è una ragione di vita per me, un impegno che nonostante le difficoltà riesco a riproporre ogni anno, cercando di offrire uno spettacolo degno di tale nome, che può darsi non mantenga fede alle promesse e alle premesse, ma che è sempre organizzato al meglio delle nostre possibilità. L’edizione dello scorso anno è stata memorabile per me, oltre ad essere la prima senza la guida e la supervisione di mia madre è stata anche quella che mi ha dato più soddisfazione: la presenza di Antonello Riva, Pierlo Marzorati, Roberto Premier, Walter Magnifico, Sasha Volkov e Dean Garrett su tutti è stata veramente emozionante. Per quest’anno ho già l’adesione della Joventut Badalona che darà al torneo quell’aurea di internazionalità che ha avuto anche negli anni passati. Ma stiamo lavorando per mettere in piedi un’altra edizione memorabile ricca di molte sorprese.

Tra tutte le tue atlete credi di dover segnalare qualcuna o ce n’è qualcuna su cui scommetteresti?

Ho avuto la fortuna, grazie alla Nuova Jolly di Romana Pirillo, di avere un parco atlete da fare invidia, tecnicamente preparate, con le quali abbiamo disputato diversi campionati con discreto successo, mettendo in evidenza molte ragazze che sono state anche convocate nelle varie rappresentative regionali. Ti segnalo dei nomi su cui scommettere, prima fra tutte Olga Marino, considerata da tutti un prospetto tra i migliori del 2000, che a causa di un brutto infortunio all’inizio dell’attività agonistica, non ha potuto mostrare per intero tutto il suo valore,  Chiara Montilla, Sara Alati, Savanna Muller, ma una segnalazione la merita anche Federica Ferrara, classe 2001 che solo a causa dell’età non ha potuto giocare anche in serie C.

Grazie Coach per la tua disponibilità ed un augurio da tutta al redazione di Citynow.it per il tuo futuro.