Oriolo, borgo tra i più belli d'Italia, tra culti e processioni - FOTO

Comune della provincia di Cosenza, Oriolo nacque come fortezza a difesa dei cittadini scappati dalle coste per rifugiarsi dalle continue incursioni dei saraceni.

Oriolo, borgo incantevole di recente ufficialmente tra i più belli d’Italia. Oriolo oltre ad essere stato inserito fra ‘I Borghi piu’ Belli del Mediterraneo’, una delle localita’ della Fai Marathon 201 e’ appunto da pochi giorni uno degli 11 Comuni calabresi de ‘I Borghi piu’ Belli d’Italia’.

Comune della provincia di Cosenza, Oriolo nacque come fortezza a difesa dei cittadini scappati dalle coste per rifugiarsi dalle continue incursioni dei saraceni. Arroccato su uno sperone a circa 500 metri d’altezza, conserva uno splendido borgo medievale intatto, con belle facciate di palazzi nobiliari, sulla strada principale che porta al castello aragonese. Fu feudo dapprima dei Sanseverino da Salerno, per poi passare nel XVI secolo, ai marchesi Pignone del Carretto.

Fino al secondo dopoguerra il paese aveva una popolazione di circa 5000 abitanti, ed era il maggiore centro dell’Alto Jonio e punto di riferimento per i paesi dell’Arberia (albanesi) e del Pollino, ha visto quasi dimezzare la sua popolazione, che è arrivata a circa 2200 abitanti. Oriolo è un’ottima base per escursioni nella valli circostanti (Val Sarmento, Valle del Sinni) e nella catena del Pollino (Gole del Raganello, Monte Pollino, Alessandria del Carretto) specie se si alloggia in uno dei numerosi agriturismi o in un B&B.

Tra le principali bellezze architettoniche di Oriolo c’è senza dubbio il Castello. Costruito presumibilmente in epoca normanna, si trova in posizione dominante rispetto al centro storico di Oriolo e rientra a pieno titolo nel sistema di torri e fortificazioni difensive costruite dai normanni a difesa del territorio. Il castello fu inizialmente edificato in epoca bizantina su di una struttura già esistente, ma fu per volontà di Roberto il Guiscardo che la fortificazione fu ulteriormente ampliata. Presenta “base quadrilatera con tre torri angolari cilindriche di diversa epoca, torre quadrata e corte interna.

Si articola su due livelli: il primo militare a cui si accedeva da un ponte levatoio e l’altro residenziale con soffitti in legno decorati che testimoniano i lavori eseguiti dal Pignone del Carretto nel XVII sec. Fu feudo dei Sanseverino sino al 1497 quando lo prese Ferdinando d’Aragona. Nel 1629 divennero proprietari i marchesi Pignone del Carretto che eseguirono notevoli lavori di trasformazione come si evince da una epigrafe nel castello”. Il castello, oggetto di recente restauro e consolidamento, consta di struttura in pietrame informe con inzeppature di cotto e presenta volte in mattoni al primo livello e soffitti in legno al secondo.

Riguardo il recente e prestigioso riconoscimento di borgo tra i più belli d’Italia, l’amministrazione comunale non poteva che dirsi orgogliosa. ‘Sin dall’inizio del suo mandato l’amministrazione Bonamassa ha intrapreso il percorso della tutela e della valorizzazione di Oriolo in un contesto territoriale, in un sentiero armonioso dove il passato rappresenta una risorsa per il futuro, dove lo sviluppo trae benefici dal patrimonio naturalistico. La tutela e la salvaguardia di questa complessa eredita’, rappresentano premesse irrinunciabili non solo per indicare una nuova via di fruizione piu’ attenta e raffinata in tutte le genti, ma per custodire e consegnare questo patrimonio alle future generazioni’.

Nella sua storia Oriolo ha rappresentato una terra di approdo, transito e conquista, da cui ha ereditato una polifonia culturale che si scorge nel grande patrimonio artistico, storico, culturale ed enogastronomico. Oggi Oriolo puo’ vantare 5 piani di museo a palazzo Giannettasio (museo civilta’ contadina, libri e testi del 500, mostra fotografica d i Gerhard Rohlfs “La Calabria contadina ai primi del ‘900), il Castello completamente ristrutturato ed arredato ha piu’ aree multimediali ed una area didattica, a palazzo Tarsia inoltre sara’ presto inaugurato il Centro studi Calabro-Lucano.

‘Vogliamo dire a tutti, ed in particolare ai piu’ giovani, che dobbiamo essere orgogliosi di vivere ad Oriolo e di impegnarci a qualsiasi titolo per questa straordinaria cittadina: nell’associazionismo, nel volontariato, nella scuola, nelle istituzioni, nell’esercizio di ogni realta’ produttiva. Dobbiamo essere coscienti –prosegue l’amministrazione comunale– di vivere una realta’ bella e impegnativa, da apprezzare noi per primi per poterla fare apprezzare agli altri; contribuendo, ognuno per quello che puo’ e nel proprio ambito, a valorizzarne e promuoverne le sue enormi e ancora inesplorate potenzialita’, soprattutto in termini di ambiente, cultura e turismo, attivita’ artigianali’.

Tra gli usi e i costumi, da ricordare che tutti gli anni, il 23 e il 24 di Aprile, si celebrano in Oriolo le feste patronali di S. Giorgio martire e del grande taumaturgo S. Francesco da Paola. La tradizione della scorta al Santo ancora è conservata e, il giorno della festa patronale, la ” Guardia ” di S. Giorgio marcia davanti la statua per l’intera processione. Le feste patronali sono precedute dalla fiera della vigilia.

Una delle tradizioni più solide è la presenza dei “sunacchiari”
(suonatori di cornamuse) che seguono costantemente la statua del Santo, diffondendo nenie che ricordano il passato e i monti coperti di neve. La processione, che si snoda innanzitutto per le vie del Centro storico (la Terra) ed annunciata dalla Guardia dell’ Ottocento , è aperta dal “giocatore del Palio”.

Soprattutto la processione legata al culto di S. Francesco e ricca di fedeli che, per devozione o grazia ricevuta, seguono la statua a piedi nudi, cantando le antiche arie religiose in dialetto oriolese. La processione termina a notte inoltrata e culmina nel saluto ai Santi protettori con un lungo applauso, mentre i portatori della statua girano la stessa più volte, come se il Santo festeggiato rispondesse al saluto dei suoi fedeli.