di Matteo Occhiuto – Gallico Marina, periferia nord della città, continua a vedere buona parte del proprio lungomare e delle proprie spiagge deturpate dai rifiuti e, soprattutto, dai lavori per la realizzazione di una nuova via Marina iniziati e mai completati. Una situazione che ha portato i cittadini, ormai stanchi di vivere il disagio di non poter usufruire di uno dei punti di balneazione più belli e caratteristici della città dello Stretto, a lanciare un ennesimo, accorato, appello attraverso i microfoni di CityNow.it.
Abbiamo incontrato un’ampia delegazione di residenti che ci ha espresso tutta la propria insofferenza per la situazione in essere: “Il problema risale a circa 5 anni fa, quando invasero le nostre spiagge con del materiale più solido che doveva servire d’appoggio a delle gru utili alla conduzione dei lavori. Con l’abbandono dei progetti, ovviamente, tutto è andato in fumo. Abbiamo ricevuto tante promesse, ma lo status quo non è mai cambiato. C’è davvero ogni tipo di rifiuto e sporcizia in questo lembo di territorio“.
Una situazione che rischia, col passare del tempo, di sfuggire totalmente di mano: “Noi residenti abbiamo tentato di darci da fare personalmente per far fronte a questa situazione, con scarsi risultati. Ripeto, è sempre rimasto tutto uguale. Anzi, la situazione va peggiorando di anno in anno. Inizio a pensare che non cambierà mai il destino di Gallico: a lungo andare, si va verso un qualcosa di irreversibile“.
Attualmente, nemmeno gli stessi abitanti potrebbero intervenire in maniera corposa. Ecco perchè: “Noi abitiamo qui, siamo affezionati a questo territorio e a queste spiagge. Che, tuttavia, sembrano esser sempre meno degne di questo nome. Noi stessi cittadini abbiamo le mani legate: ci viene detto che questo viene considerato territorio di cantiere e quindi, anche nel momento in cui scegliessimo di intervenire in maniera autonoma, con eventuali appositi mezzi, non potremmo farlo senza rischiare azioni legali“.
Infine, l’ennesima richiesta di aiuto. Che, si spera, non venga disattesa: “Chiediamo che si possa uscire da questa vergogna. Che, sottolineo, non sia nostra ma di chi non si interessa a rendere più dignitoso quest’ambiente…”
