La cittadella della salute, un progetto realizzabile

di Nicolino D’Ascoli. L’ACE (Associazione Cala

di Nicolino D’Ascoli. L’ACE (Associazione Calabrese di Epatologia) cambia pelle.

Lo aveva annunciato il direttore del centro ambulatoriale di Pellaro (RC), Dott. Lino Caserta, venerdì scorso durante un incontro/dibattito.

Ristobottega

Difatti l’Ace, organizzazione di volontariato impegnata da oltre venti anni nella realizzazione di progetti di ricerca epidemiologica, nella prevenzione, nella formazione e nell’aggiornamento degli operatori della sanità, ha intenzione di “trasformare” l’ambulatorio in una vera e propria cittadella della salute.

Un progetto davvero interessante, visto che da un paio di anni la sanità, molte volte quella calabrese, ha seri problemi che non trovano soluzione, a scapito e danno dei cittadini, dei pazienti. Oltretutto un progetto ancor più interessante visto che si tratta di medicina solidale. Argomento poche volte trattato, ma di indubbio interesse collettivo.

Come spiega il Dott. Caserta infatti, oggi il sistema sanitario nazionale ha dei costi elevatissimi che si ripercuotono sull’intera collettività. Oggi la sanità è strutturata su un forte principio economico che non guarda in faccia la salute del paziente. Da qui nasce ed opera il progetto medicina solidale, dove un cittadino in base alle personali possibilità economiche lascia un contributo per la visita o per l’esame da effettuare, dove medici e volontari instaurano un rapporto umano con il paziente, non un rapporto visita – euro.

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“Un’iniziativa che va incontro soprattutto alle classi sociali più deboli – spiega il Dott. Caserta – , a chi non si può permettere 80, 100 cento euro di ticket. Si tratta, quindi, di un sistema di welfare in cui tutti partecipano, danno qualcosa secondo le proprie disponibilità economiche. E se qualcuno non ha soldi poco importa: anche per lui ci sarà la possibilità di fare gli esami diagnostici richiesti dal proprio medico, di poter effettuare una visita specialistica senza poi passare necessariamente dalla segretaria di turno per pagare cifre spesso impossibili”.

Forse questa medicina solidale potrà indispettire qualcuno, potrà non essere ben vista da qualche collega dei dottori che quotidianamente intervengono ed esercitano la professione presso l’ambulatorio cittadino.

Poco importa all’equipe ACE, determinata ad andare avanti ed adottare un “nuovo paradigma sanitario”, anche perché la vita media dell’uomo si è allungata ed il sistema sanitario è quasi al collasso, per cui servono nuove ed efficienti soluzioni.


La rivoluzione è partita, la medicina solidale apre le porte ai costi ridotti senza abbassare  o penalizzare la qualità. Non lo dice il direttore del centro, ma le tantissime persone che ogni giorno si affidano ai medici dell’ambulatorio ed inviano messaggi e lettere di incoraggiamento.