La Madonna della Consolazione e il popolo reggino, l'opera letteraria che ripercorre la storia di un amore spirituale

A ricordare, in un'opera scritta, le fondamenta di quest'occasione è Padre Giuseppe Sinopoli

CityNow torna con un nuovo appuntamento della rubrica #InsideTheBook proponendovi un libro da leggere. A far da protagonista questa settimana Padre Giuseppe Sinopoli con la sua vasta ricerca intitolata “La Madonna della Consolazione, i frati cappuccini e il popolo reggino“.

Da ormai quattro lunghi secoli la città di Reggio Calabria è inestricabilmente legata a quella della Madonna della Consolazione. La devozione che lega i reggini a Maria è da sempre fortissima e col tempo la festa ha preso una piega civile, oltre che religiosa, ma non per questo le due cose devono essere confuse.

A ricordare, in un’opera scritta, le fondamenta di quest’occasione è Padre Giuseppe Sinopoli, il frate cappuccino che fino a qualche anno fa era parroco del santuario della Madonna. Sinopoli è infatti autore di un’opera monumentale e vastissima, che tra centinaia di pagine e foto ne ripercorre la storia. «Questa immagine celebra la grandezza di Dio che ha fatto meraviglie nella sua Mamma, consolatrice dei soli e madre del Consolatore».

Un volume non solo religioso, ma che narra a tutti gli effetti la storia della nostra città nei secoli che l’hanno attraversata. Un’opera che parte dalle origini, dall’arrivo dei Frati Minori a Reggio, fino ai giorni nostri, narrando allo stesso tempo le innumerevoli calamità, terremoti pestilenze guerre e carestie, che hanno colpito la nostra terra, ma anche la fede e la speranza di rinascita che hanno sempre contraddistinto il popolo reggino.

«Era il 30 maggio del 1533 quando i frati, lasciata la comunità di Sant’Angelo di Valletuccio, si inginocchiavano per la prima volta davanti al piccolo quadro della Vergine della Consolazione, situato nella chiesetta omonima dell’eremo, a circa tre chilometri dal centro urbano. Quel luogo povero, piuttosto angusto, “quasi ignorato”, con al centro della parete, sovrastante l’altare, la piccola immagine mariana, ha catturato, seducendoli, gli occhi e i cuori dei religiosi, di cui otto sacerdoti e cinque fratelli laici», ricorda padre Sinopoli. E aggiunge: «La Calabria è una terra povera e il Signore si incarna nelle realtà povere».

Un libro difficile da leggere così come da scrivere, per chi come Padre Sinopoli è in cerca della verità, non necessariamente una verità storica, ma la verità di quell’amore a tre che lega la Madonna, i cappuccini e i reggini.