"Se mi parli vivo": ai microfoni di Citynow.it i promotori della campagna di Crowdfunding

di Federica Campolo - Il messicano Octavio Paz Loz

di Federica Campolo – Il messicano Octavio Paz Lozano, premio Nobel per la letteratura, ebbe a dire: «Per ogni lingua che si estingue scompare una immagine dell’uomo».   

Si sa, ogni idioma porta con sé una tradizione di bellezza longeva tanto quante sono le storie che essa può raccontare. Ma quando una lingua ha sulle spalle duemila anni di vita, testimoniati da un patrimonio antropico unico nel suo genere, si comprende immediatamente che dalla narrazione dei suoi racconti è possibile tracciare i contorni di numerosi profili umani, riflesso di un’identità culturale ereditata.

Si tratta di volti solcati, tra i campi, dagli anni e dal duro lavoro: sono anime greche, cuori sacri capaci di profonda accoglienza e autentica condivisione, uomini e donne che, attraverso la propria lingua, hanno lasciato un’impronta sulla quale il tempo ha innestato le sue trame storiche e politiche.

Oggi, custodire e preservare il patrimonio culturale ereditato dai greci di Calabria rappresenta, per la generazione di parlanti rimasta, l’ultimo tentativo di sopravvivenza. Si tratta di una vera e propria emergenza, una sfida che un gruppo di ragazzi della costa jonica reggina, da tempo impegnati in attività di rivitalizzazione della lingua, ha scelto di cogliere, con grinta, entusiasmo e determinazione, lanciando una campagna di Crowdfunding.

L’obiettivo del progetto “Se mi parli vivo” è quello di realizzare dei laboratori linguistici di lingua greco-calabra, che siano gratuiti e permanenti. «L’idea è quella di avviare queste lezioni in tre città: Reggio, Condofuri e Bova» ha affermato Maria Olimpia Squillaci, linguista e parlante nativa di greco di Calabria. Le diverse attività dell’iniziativa, promossa dall’associazione culturale ellenofona Jalò Tu Vua, dal Comune di Bova, dal GAL Area Grecanica e dal Museo “G. Rohlfs”, invitano la Calabria a riscoprire una grecità presente nelle tradizioni, nei ritmi, nei simboli, che solo attraverso la conoscenza della lingua può essere riconosciuta, compresa e amata. «Lo scopo è quello di ampliare le nostre proposte e renderle sempre più raffinate, grazie al generoso contributo di chi vorrà sostenerci» aggiunge Danilo Brancati, esperto di etnomusicologia e parlante di greco di Calabria.

Un’ulteriore proposta è legata alla realizzazione della “Casa della Filoxenia“, luogo di incontro, dibattito e confronto in cui, dal tema della migrazione possano diramarsi una serie di attività culturali. «Per come l’abbiamo immaginata, – dichiara Freedom Pentimalli, traduttore letterario e studioso del greco di Calabria la Casa della Filoxenia sarà uno spazio in cui discutere e ragionare insieme. L’idea è quella di raccogliere testimonianze di calabresi emigrati e di migranti che, da luoghi diversi, sono arrivati in Calabria. Il materiale raccolto verrà inserito all’interno di un percorso esperienziale che induca i visitatori a riflettere sul fenomeno della migrazione e sul valore,squisitamente greco, dell’accoglienza».

Sostenere il progetto “Se mi parli vivo” è molto più di un semplice gesto di adesione: significa militare tra le fila di un esercito che sta lottando per una rivoluzione culturale. «La nostra linea è tutta d’assalto – conclude Francesco Ventura, Presidente della “Famiglia Ventura” e attivista per il greco di Calabria -. Il greco di Calabria in questo momento non deve stare più sulla difensiva. Negli anni Settanta Tito Squillaci diceva che la lingua vive se si milita. Oggi sono arrivati i militanti!»