Miti di Calabria: la leggenda della suora fantasma

Dopo la morte di Adele, molti videro una figura spettrale, vestita da suora, aggirarsi nel Palazzo De Nobili. Si narra che all’interno del Comune si avvertano rumori improvvisi

Ristobottega

Conosciamo la nostra terra, ne conosciamo i profumi, i luoghi, ma non sempre conosciamo i meravigliosi miti e le misteriose leggende che avvolgono la Calabria.

La leggenda di oggi risale agli inizi dell’800 e narra di due giovani, appartenenti all’aristocrazia catanzarese e a due tra le famiglie più note della città.


La leggenda della suora fantasma

Lei si chiamava Adele, giovane ventenne figlia del marchese De Nobili, che viveva nel suo palazzo insieme alla madre e ai tre fratelli. Lui invece era Saverio Marincola, figlio dell’omonima casata nobiliare. I due s’incontravano di nascosto perché le famiglie erano contrarie alla loro relazione in quanto erano divise a cause di tendenze politiche differenti.

Saverio, ogni sera incontrava Adele sotto la sua finestra mandandole baci e messaggi d’amore, cercando sempre di non farsi scoprire. Ma, una sera purtroppo il fratello maggiore di Adele si accorse della tresca così decise di affrontare a duello Saverio, il quale dopo essersi difeso, riuscì a fuggire. La giovane venne reclusa nella sua stanza, ma il suo amato Marincola escogitò un piano per poterla rivedere: egli arrivava la sera sotto Palazzo De Nobili in sella al suo cavallo, i cui zoccoli erano ferrati d’argento in modo tale che il suono emesso durante il galoppo fosse diverso dagli altri. Quel suono, era un segnale, e Adele si affacciava alla finestra per rivedere l’amato.

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I due innamorati trascorsero molti mesi così ma una sera accadde il peggio: Saverio durante un giro di ispezione, venne sparato da alcuni sconosciuti, quei colpi per lui furono letali, e così il giovane morì tragicamente.

Adele appena ricevette la notizia si rinchiuse nel suo dolore, rifiutandosi di mangiare, di dormire e di vedere altre persone. Intanto le indagini andarono avanti e si scoprì che quei colpi erano stati sparati dai fratelli di Adele, i quali fuggirono verso l’isola di Corfù. La fanciulla affranta decise di lasciare il palazzo e si recò a Pizzo Calabro per poi imbarcarsi per Napoli, dove venne accolta nel Convento delle “Murate Vive”.

Ella diventò suora e i fratelli, prosciolti dalla condanna di omicidio, tornarono in Calabria. Il più piccolo cercò di farsi perdonare dalla sorella ed andò a trovarla a Napoli, ma Adele si rifiutò di incontrarlo. Si considerava morta ormai per il mondo intero e non avendo il coraggio di uccidersi, aveva deciso di essere per sempre il simbolo del rimorso per i fratelli.


Secondo il mito dopo la morte di Adele, molti videro una figura spettrale, vestita da suora, aggirarsi nel Palazzo De Nobili. Tutt’oggi si narra che all’interno del Comune di Catanzaro si avvertono rumori improvvisi come spostamenti di oggetti o porte che sbattono. Si tratterebbe appunto dello spirito di Adele, uno spirito ancora carico di rancore e di odio per la morte ingiusta del suo amato Saverio, vittima innocente di un amore mai realizzato.

Oggi la finestra alla quale la giovane fanciulla si affacciava per vedere il suo amato è stata murata e la sua anima continua a ad aggirarsi nei luoghi di Catanzaro, in quanto la sua decisione di prendere i voti non è stata mossa dalla fede, bensì dalla disperazione e dall’odio, quindi il suo giuramento verso Dio fu falso e ciò la condanna a vagare per sempre.