Murder Mistery: sarebbe possibile, in Calabria?

di Enzo Bollani - Sono appena terminate le riprese

di Enzo Bollani – Sono appena terminate le riprese di Murder Mistery, per le scene ambientate sul Lago di Como, e questa produzione rappresenta l’ennesima conferma della vocazione cinematografica di una location resa mitica, nonché svecchiata, dalla presenza di George Clooney, che qui si è stabilito da quasi due decenni.
Il tempo vola. L’economia, anche.

Ci si domanda, al termine di un evento così importante, se sia possibile realizzare una produzione simile, a Reggio Calabria, come nella Costa Viola, o sulla Ionica.
Con il turn over di sindaci, di comuni commissariati, di dissesti politici, sarà possibile auspicare in una produzione come questa, nelle nostre zone?
La risposta, da parte mia, di persona coinvolta in innumerevoli produzioni nell’arco di un ventennio, è ottimistica.
Certo, come si fa a parlare con i Comuni, se i sindaci vanno e vengono, casualmente destituiti a inizio stagione?

Pecunia non olet e, se non basta la pecunia, interviene la fama del luogo.
Fama, che non significhi nomea.
Perché sarebbe ora di emancipare il territorio dagli strascichi del passato, e di rendere noto, su tutti i media e in tutti i modi, quanto ci sia di buono.

Nel mio, sto facendo qualcosa, da un anno a questa parte, ma non basta.
Promuovere la cucina, promuovere la qualità culinaria, il patrimonio culturale che passa attraverso il cibo, è una strada che sto già percorrendo da qualche mese, e i frutti saranno evidenti, durante l’autunno.
Però, quando parlo del Chilometro più bello d’Italia, tutti associano Reggio Calabria al parcheggio dell’imbarco di Villa San Giovanni.

Su questo, molta stampa nazionale rema contro. 7, magazine del Corriere della Sera, ha portato avanti un’operazione giornalistica, in realtà troppo simile a una mera operazione pubblicitaria per il lancio del SUV compatto della Volvo: la XC40.
Mai vista tanta ovvietà, mai visto un atteggiamento altrettanto snob, nei confronti del Sud e, casualmente, nei confronti di Reggio. Per parlare della nostra città, di cui io faccio parte solo per 1/4, ma che difenderei e promuoverei comunque, anche se non avessi messo base qui, hanno fotografato uno degli angoli più squallidi di Pentimele, in una giornata uggiosa.

Come puoi promuovere un luogo, se fotografi un viadotto? Con quale coraggio si può denigrare così Reggio Calabria?

La struttura narrativa nazionalpopolare e a target anziano di servizi come gli ultimi proposti dalla Rai sono, pressoché, inutili.
Un voice over femminile di mezza età, riprese scontate e mestierantismo, non portano prestigio, e nemmeno grandi incassi.
Al massimo, sono un segnale di interesse, che però non può bastare.

Serve qualcosa di molto più incisivo, in una città e in un’area che cercano, da tempo, un riscatto.
Ho parlato della qualità delle serate e dei lidi, a fine luglio.
Non importa se ci sia messo il maltempo: qualcuno si è accorto che esistiamo, e non è solo un contentino da extra data.
Prevedo ulteriori cambiamenti, da periscopio quale sono, in qualche modo.

Però, per il futuro della nostra splendida area, spero che i produttori cinematografici internazionali trovino qualche punto di attracco, unica vera sponda per salvare la nostra economia e, soprattutto, per rilanciarsi, una volta per tutte.
Quando una produzione va bene, si innesca un volano, ma bisogna avere strutture adeguate e contare sulla nostra disponibilità.
In questa direzione, qualcosa si è mosso.

Che sia l’inizio di un meccanismo di rinnovamento, partito casualmente dall’impresa privata?