'Pazza' Reggina sul campo della Juve Stabia, strappato un punto d'oro

di Pasquale Romano - Novanta minuti di passione. E

di Pasquale Romano – Novanta minuti di passione. E’ una girandola di emozioni e colpi di scena quella che va in onda a Castellamare, una ‘pazza’ Reggina strappa un pareggio alla più quotata Juve Stabia, rimontando dal 3a1 che sembrava aver chiuso la contesa. Le sorprese iniziano dal sottopassaggio, Zeman ‘sconfessa’ l’antico dna familiare e ripone nel cassetto il 4-3-3, in favore del 3-5-1-1. ‘Epurati’ i terzini Cane e Possenti dopo le critiche dello stesso tecnico boemo, Porcino e (scelta che stupisce) Romanò occupano le corsie laterali, con Bangu a fare da supporto a Bianchimano. In difesa esordio per De Vito, centrale con Gianola e Kosnic ai suoi fianchi.

Nei primi 20 minuti accade poco
, Izzillo prova a rendersi pericoloso con un diagonale. La Juve Stabia capisce però dove poter affondare con facilità, Romanò infatti appare spaesato e fuori ruolo, allora i padroni di casa decidono di attaccare quasi esclusivamente dalla sinistra. Poco prima della mezz’ora il gol che sblocca la gara: Lisi supera agevolmente Romanò e serve Marotta, colpevolmente solo davanti a Sala.

Pochi minuti e arriva il raddoppio
: l’azione nasce ancora sul versante mancino, Ripa furbescamente rimane fermo a centro area, e calcia trovando la decisiva deviazione di De Vito. Il 2a0 chiude i giochi? No, la Reggina fortunatamente si rialza subito. Al minuto 41 Botta recupera palla sulla trequarti e trova Bangu con un filtrante, il giovane centrocampista davanti a Russo non sbaglia. Passano meno di due minuti però, e gli amaranto capitolano nuovamente. L’azione stavolta si sviluppa sulla destra, il traversone di Marotta viene deviato da Porcino, Sala rimane piantato e colleziona l’ennesimo infortunio della stagione.

Reggina sotto di due reti all’intervallo, si riprende senza cambi e con Zeman che (nuovamente) stupisce tenendo Romanò largo a destra, nonostante le evidenti difficoltà palesate. La Juve Stabia comanda il gioco e non si accontenta del 3a1, padroni di casa che attaccano come se il risultato fosse di parità, Reggina che non riesce a trovare Bianchimano, isolato e in difficoltà nel gioco palla a terra. L’episodio che sposta i binari della gara arriva al 68′: sul cross (manco a dirsi) dalla sinistra, Marotta si divora il gol del 4a1. Il cambio operato qualche minuto prima da Zeman (Leonetti per Knudsen) scompagina completamente il match. Il neo entrato si piazza dietro Bianchimano, partendo dalla sinistra, e sconquassa la difesa della Juve Stabia.

Al minuto 72 De Vito accorcia le distanze.
Porcino va via sulla sinistra e mette in mezzo per Leonetti, conclusione respinta da Russo, il difensore amaranto ribatte in rete. Paradossalmente, il gol subito alza ancora di più la linea difensiva dei padroni di casa, lasciando ampio spazio alle ripartenze amaranto. Leonetti, lanciato da De Francesco verso la porta della Juve Stabia, non sbaglia a pareggia i conti. Azione simile qualche minuto più tardi, Bianchimano però non ha la rapidità del compagno e viene anticipato da Russo in uscita. Pochi secondi prima del fischio finale la clamorosa palla del 3a4 capita ancora sui piedi di Leonetti, stavolta però l’attaccante amaranto perde il tempo e non riesce a concludere verso la porta.

E’ un punto d’oro quello strappato dalla Reggina su un campo difficile
, gli amaranto hanno dimostrato di saper reagire alle avversità e alzare la testa con rabbia e determinazione dopo il doppio svantaggio. Esame superato a metà per il nuovo sistema tattico, con diversi interpreti (Coralli per Bianchimano, Leonetti per Bangu con arretramento dell’ex Fiorentina, Maesano o Cane per lo spaesato Romanò) la sensazione è che potrebbe trattarsi del vestito ideale per le caratteristiche dei giocatori amaranto.

Reggina che sale a quota 24 e aggancia il Catanzaro
, sconfitto dal Taranto. Nel prossimo turno Coralli e compagni ospiteranno la Casertana al Granillo, sarà uno di quei appuntamenti casalinghi da non sbagliare assolutamente sino al termine della stagione. Servono i tre punti, nient’altro.