Presentato il libro "I giochi di Morfeo" di Vincenzo Laurendi

Si è svolta domenica 19 aprile, presso la Soc

Si è svolta domenica 19 aprile, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Bagnara Calabra, all’interno della Kermesse d’arte “L’artisti a Bagnara e… – Sesta Edizione”, la presentazione del libro “I giochi di Morfeo” di Vincenzo Laurendi (Disoblio Edizioni). Nerl corso della presentazione  sono intervenuti Mimma Garoffolo (Presidente SOMS), Carmelo Tripodi (Giornalista), Salvatore Bellantone (Editore), Vincenzo Laurendi (Autore del Libro).

Mimma Garoffolo ha inaugurato i lavori, chiarendo come all’interno della mostra d’arte calabrese “L’artisti a Bagnara e…” non poteva mancare lo spazio per la letteratura e gli autori locali, intendendo i libri come una forma d’arte scritta, capace di condurre i lettori in altri mondi e dimensioni, allo scopo di osservare meglio e più da vicino il mondo nel quale viviamo, escursione panoramica che Vincenzo Laurendi con il suo “I giochi di Morfeo” compie bene, mostrandoci i problemi vissuti dagli ultimi della nostra società.

Carmelo Tripodi ha sottolineato come Vincenzo Laurendi riesca a infondere nei personaggi dei suoi racconti una tale forza evocativa da far vivere al lettore le loro storie in prima persona, provando emozioni e sensazioni forti. Narrando storie drammatiche che accadono nella nostra terra, nelle quali spesso i protagonisti si ritrovano senza una via d’uscita, Vincenzo Laurendi offre loro una chance, la dimensione del sogno, capace di trasformare la loro vita concretamente e restituendo loro quello che la vita gli aveva negato: l’amore.

Salvatore Bellantone ha spiegato come il pregio de “I giochi di Morfeo” consista nella narrazione delle storie degli ultimi, ormai dimenticate per via della degenerazione generale cui è soggetta la nostra società, ma anche nella critica della comunità entro cui quelle storie accadono, comunità priva di regole e principi che produce solitudine, abbandono e cattiveria nei confronti di chi è più debole e innocente. Mettendo a fuoco alcune di queste storie – divorziati, migranti, disabili, emarginati, prostitute, omosessuali, anziani, criminali, vittime di mafia e di abusi sessuali – tutte ambientate nel Sud, Vincenzo Laurendi ci invita a sentirci parte responsabile di questi drammi, ma ci mostra anche la forza di andare avanti che accomuna i personaggi dei suoi racconti, indicata con la metafora di Morfeo e del mondo onirico, che li spinge a sperare in una vita migliore determinata dal superamento definitivo degli ostacoli incontrati: il desiderio di amare e di essere amati.

Vincenzo Laurendi ha chiarito come non bisogna avere timore nei confronti della cultura veicolata per mezzo della letteratura, perché “è la libertà che possiamo procurarci”, e ha spiegato di aver scritto “I giochi di Morfeo” perché si definisce un “sognatore di professione”. Nonostante la nostra società e la Calabria in particolare sia corrotta e decadente, Vincenzo Laurendi ha detto che occorre credere nella cultura e nella letteratura, intesa come lettura prima e scrittura poi, perché è l’unico strumento per smettere di essere sia una voce uguale alle altre sia una voce fuori dal coro, ma per diventare se stessi e esprimere dignitosamente la propria unica voce, diversa da tutte le altre e per questo motivo pronta a entrare in armonia con ognuna di esse.

Accesa, infine, la lanterna della Disoblio, a Bagnara Calabra si è irradiata la luce della conoscenza della dimensione del sogno, unica speranza per immaginare una mondo meno ipocrita e prepotente, ma più autentico, orientato verso i valori umani e i sani principi che in passato hanno alimentato il senso della comunità e che oggi urgono di essere riscoperti per essere trasmessi ai più giovani.