Tutto pronto per la prima di "Canto di Natale". Il messaggio dei giovani Attendiamoci Onlus

Alla vigilia della prima di "Canto di Natale" - in

Alla vigilia della prima di “Canto di Natale” – in scena al Teatro Cilea di Reggio Calabria il 20 e il 27 dicembre alle ore 20.30 – ecco il messaggio dei giovani dell’Associazione Attendiamoci Onlus alla Città.  Perché si può cambiare, si deve rinascere!

“Il freddo che portava dentro gli gelava il viso…

Può capitare di vivere al freddo, di lasciarsi prendere dalla rabbia per la vita… Di dimenticare affetti, amori, sogni, di essere stati giovani e poveri. È capitato ad Ebenezer Scrooge. L’avido banchiere calcola tutto, perfino il tempo, non c’è posto per il Natale nella sua vita, perché lui è già morto e non può rinascere, nulla può rinascere e, senza la speranza di una rinascita, appunto, il Natale non si può vivere. Il freddo che si porta dentro abbassa la temperatura del suo ufficio, delle sue relazioni, dei mondi che passano “accanto” a lui, ma che non hanno più accesso “dentro” di lui.

Ogni cosa per Scrooge è “perdere tempo”: i festeggiamenti, il pranzo con i parenti, i canti di Natale, è tutto tempo perso! Il povero ricco si è perso nel tempo. Senza Natale non c’è tempo, passato e futuro sono appiattiti su un presente da monetizzare.

Compare Marley, lo storico socio morto sette anni prima che, sotto il peso delle catene dei suoi errori, palesa il monito: nessun rimorso è punizione sufficiente per le opportunità di bene trascurate in vita.

Comincia la processione degli Spiriti del tempo che, nel ristretto spazio della spoglia camera di Scrooge e nel tempo ristretto di un torpore prenatalizio, accompagnano il protagonista lungo un itinerario di memoria, consapevolezza e destinazione finale. Scrooge riavvolge il nastro della sua vita si rivede, si vede, si prevede… Chiamami salvezza, la tua salvezza, gli dice il primo Spirito.

Tante sono le paure che riemergono, le occasioni perse, le persone buone dimenticate, tutto dentro un’assenza di paternità e una rinuncia ad amare. Ecco la grande ferita che uccide il Natale: la paura di amare, il dolore che diventa rabbia, la povertà che diventa miseria dell’anima, ormai venduta all’idolo dell’oro.

Il secondo Spirito, quello del presente, schiude a Scrooge l’entusiasmo del giorno di Natale: la famiglia, la gratitudine, il mistero della sofferenza che richiama il Sofferente. È la storia del piccolo Tim: buono come un angelo e anche di più.  Sperava che la gente lo avesse veduto in chiesa, perché è storpio e la gente, vedendolo, si sarebbe ricordata, almeno nel giorno di Natale, di chi ha fatto camminare gli storpi e vedere i ciechi. Il ragazzo svela il senso del Natale, mentre i figli dell’uomo rivolgono ai genitori l’accusa di un cupo egoismo che ha generato Miseria e Ignoranza.

Scrooge va capendo e – nelle diverse scene – si sente pensato dai suoi conoscenti. Questi anche a lui, e nonostante lui, dedicano un brindisi di buon Natale, un brindisi dal sapore della compassione e perfino del perdono.

Il terzo Spirito, quello del Natale del tempo futuro, è muto, come il futuro di chi non sa rinascere, come la morte di chi già non vive il Natale, come la solitudine nella quale Scrooge si è trincerato da tempo.

Il futuro presenta l’inesorabile fine. Chi ha scelto di rimanere solo in vita, si ritrova solo per sempre, non si può più commuovere, ha perso ogni occasione di bene. La morte invade la scena e colpisce anche il piccolo Tim, avvolto però dal sentimento della tenerezza. Per Scrooge, invece, rimane la più desolante e fredda pietra dove il nome non lascia scampo: qui è sepolto Ebenezer Scrooge, l’uomo più ricco del cimitero. Scrooge si ravvede, ha ancora tempo, può cambiare, può rinascere e adesso sì che è Natale, vero Natale. Quello che vince la morte, la solitudine, la paura, il peccato, la miseria, l’ignoranza, i pregiudizi, ma anche l’ipocrisia di riti non veri che siano autentica espressione del cuore, occasioni di compassione e perdono.

Questo è il dono di Natale dei giovani di Attendiamoci, un messaggio non scontato per una città che ha tante storie di bene, che può rinascere, che non vuole celebrare l’idolo d’oro del consumismo, o cedere all’arroganza del malaffare. Questo è l’augurio: un cuore che sia tutto un sorriso, nella consapevolezza che rinascendo a Natale, ciascuno possa diventare migliore. Perché si può cambiare, si deve rinascere!

Scrooge diventò il migliore degli amici, il migliore dei padroni, il migliore degli uomini della vecchia città. Qualcuno rise di questo mutamento, ma egli lo lasciò ridere e non ci fece caso, perché era abbastanza saggio da sapere che nulla di buono succede senza che qualcuno, sulle prime, non si prenda il gusto di riderne. Del resto anche il suo cuore era tutto un sorriso, e ciò per lui era più che sufficiente…  Che altrettanto possa dirsi di noi, di tutti noi. Lieto Natale!

E così come augurò Tim: il Signore ci benedica tutti quanti!”

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Ultimi biglietti disponibili
– Casa dei Giovani Via C. Portanova lun/ven ore 9.00/13.00;
– Botteghino Teatro Cilea ore 16.30/19.30
– Online H24 su www.attendiamoci.it.

Vi aspettiamo numerosi. 

Don Valerio Chiovaro