Ron incanta CatonaTeatro con 'LucioTour', omaggio a Dalla

di Anna Biasi - Testimonianze delle persone che co

di Anna Biasi – Testimonianze delle persone che conoscevano Lucio Dalla sostengono che il suo essere selvaggio rappresentava la sua forza. Renzo Arbore e Vincenzo Salemme concordano nel descriverlo come una persona che ascoltava tanto. Lucio,  andava sempre da un’altra parte, dal jazz al reggae, suonava il clarinetto da dilettante, era ironico nelle canzoni e nella vita, curioso delle persone, spiritoso e attento ai dettagli, audace e non stava mai fermo.

Gino Paoli racconta della sua timidezza e che per cantare, l’autore Lucio, voleva la luce spenta perché si vergognava; riferisce della sua simpatia, e di un episodio in cui per intonare una canzone senza inibizione ha camminato mezzo nudo con le mutande in testa.

Lo stesso Ron deve tanto al musicista Dalla. Lo ringrazia guardando dove la terra finisce e comincia il cielo, ed anche durante la serata all’Arena Neri a #CatonaTeatro tutto fa pensare a lui, alla persona che nel 1971 segnò l’ascesa irresistibile.

Rosalino Cellamare, in arte Ron,  era molto amico di Dalla.  Nel corso della sua carriera ha scritto pezzi memorabili per il caro Lucio, come Attenti Al Lupo e Piazza Grande.

“Ogni volta che lui cantava davanti a qualcuno – racconta Ron, attraverso immagini e video – e strimpellava le noti del pianoforte, quelle che conosceva, tutti quelli che lo ascoltavano rimanevano incatenati, a questo suo fascino, a questo suo modo di essere. Lucio amava la vita, Lucio amava la gente, poteva andare una sera a cena con Agnelli e lo si poteva trovare il giorno dopo sotto i portici di Bologna che parlava a lungo con un barbone… questo era Lucio. Pochi sanno chi avrebbe voluto essere Lucio e quante volte avrebbe voluto scambiarsi vestito con qualcun altro e l’elenco è lungo, da Valentino Rossi che adorava, a Maradona, a un flipper, ad Asterix, a un partigiano, a Indiana Jones. C’è però un altro elenco, forse un po’ più intimo che dà la misura del suo attaccamento alla vita, ed è l’elenco di tutte le cose che lui avrebbe voluto essere per amore, un vestito, una spiaggia…”.

Canta con tanta tenerezza “Tu non mi basti mai” ed una ventina di canzoni del #LucioTour, tra cui l’inedito Sanremese “Almeno pensami”, con cui apre il cammino del concerto tra memorie e sfera affettiva.

L’eccezionale kermesse della Polis Cultura dimostra che la scelta di portare Ron a Catona di Reggio Calabria è stata totalmente azzeccata. Tutta la platea ha sentito il desiderio di essere qualsiasi cosa in qualsivoglia momento pur di essere là, incollata con i denti e con le unghie all’animo di qualcheduno, sognando Lucio e non solo.

Rosalino chiude l’esecuzione musicale con “Tutta la vita”, un brano gioioso che mette ancora una volta in evidenza il desiderio di Lucio di essere in un mondo finalmente libero, perché solo Lucio poteva tirare fuori quello che Lucio era.

La sua eternità presente al CatonaTeatro comprova che il paradiso che ha sempre cercato non era lontanissimo, ma qui , nel cuore della gente.

Foto di Antonio Sollazzo

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