Talenti Reggini - Marily Santoro, una voce del destino: "Sogno di cantare nella mia terra"

di Pasquale Romano -  La onde del destino. Marily

di Pasquale Romano –  La onde del destino. Marily Santoro da ragazza, come tutti, sognava un futuro per sè stessa. La musica faceva già parte della sua vita, ma rimaneva relegata a forte passione. Si immaginava giornalista, apriva i libri universitari dedicati a quel percorso. Poi però, li chiudeva e apriva gli spartiti..

“Tutto è iniziato per gioco, e grazie a una ‘minaccia’ di quella che allora era la mia insegnante di solfeggio, la professoressa Vera Garozzo. Studio musica da quando ho 4 anni, da piccola suonavo il piano. Da quando è entrato in casa ho suonato in modo automatico e naturale. Poi invece, grazie al destino e ai consigli della prof. Garozzo, ho fatto l’esame di canto e l’ho superato”, ricorda ai microfoni di Citynow.

Da subito, Marily capisce che quello del canto sarà il suo universo, un mondo nel quale tuffarsi senza paura. “Anche se il rischio era alto, ero consapevole si trattasse di un azzardo. Sin dalle prime lezioni però ho capito che volevo percorrere quella strada, pensavo costantemente alla musica. Cosi, con coraggio e determinazione, ho dato via al mio percorso…”.

Tecnicamente un soprano lirico, Marily ha iniziato come soprano leggero. La voce come strumento di vita, la chiave per aprirsi e dedicarsi all’opera: “La mia generazione è figlia del ‘Pavarotti & Friends’, ricordo quei concerti con voci meravigliose, il particolare mix di opera e pop. Con il tempo la mia curiosità è aumentata a dismisura, con lo studio approfondito degli ultimi anni ho capito come l’opera sia un genere moderno e all’avanguardia”.

Marily Santoro ha studiato con Liliana Marzano,  diplomandosi al Conservatorio F. Cilea a Reggio Calabria. Attualmente studia con il soprano Raina Kabaivanska a Modena, uno dei più importanti al mondo. “Il momento più emozionante vissuto sinora non è legato al palcoscenico, ma all’incontro lei. Si tratta di un mito, studiare con lei è un qualcosa di inspiegabile. Mi ha selezionato e dato una borsa di studio a Sofia in Bulgaria, sta curando mio percorso formativo”.

Già diverse le esperienze significative e gratificanti. Nel 2015 il soprano reggino ha eseguito Violetta ne ‘La traviata’ al Teatro Goldoni di Livorno, mentre nel 2016 ha debuttato con il ruolo di Turandot, girando in tutta Italia con una tourneè. Di recente si è esibita con ‘Norma’ a Sofia e prossimamente eseguirà Turandot in Oman.

DONI E UMILTA’ –  “Sinceramente non mi aspettavo tutte queste soddisfazioni, ho già avuto l’onore e la fortuna di lavorare in alcuni teatri tra i più importanti d’Italia, come Arcimboldi di Milano o Pavarotti di Modena, e all’estero. Tutto quello che mi è capitato lo prendo come un dono, è il lavoro più bello del mondo e non capita spesso di poterlo fare. Questo sogno l’ho inseguito a lungo e conquistato, ma -assicura- rimango con i piedi per terra”.

GENERE DA VALORIZZARE – Tradizionalmente italiana, l’opera non vive nel Belpaese il periodo maggior splendore a livello di interesse e diffusione. “All’estero c’è più legame e interesse, anche se in realtà l’opera nasce e sviluppa in italia. Negli altri paesi vedono bellezze che noi in parte non vediamo. Credo però -spiega Marily- che a breve ci sarà una rivoluzione, le prossime generazioni si riapproprieranno del genere grazie ad un nuovo progetto scolastico che porterà i piccoli studenti nei teatri. Una cosa talmente bella non può andare perduta”.

RADICI REGGINE –  Trapiantata in Emilia (precisamente a Modena) dopo aver vissuto per 3 anni a Roma, Marily torna nella sua terra appena possibile. “Vivo fuori da qualche anno, Reggio e il suo mare mi mancano terribilmente. Non appena gli impegni me lo consentono, torno a riabbracciare la famiglia. Li ho le mie radici, gli amici, le abitudini. Spesso noi reggini siamo abituati a dare le cose per scontato, viviamo come un’abitudine il bello che ci circonda. Io stessa ero cosi, adesso invece appena rivedo il Lungomare rimango estasiata”.

SOGNI E SPERANZE – “Per il futuro cosa immagino? Il sogno è vivere del mio lavoro, non mi pongo obiettivi concreti e penso al presente. Come opera, spero di poter interpretare un giorno la Bohème. Avverto malinconia per il fatto di non poter cantare nella mia terra, purtroppo non si sono create le possibilità sinora. Da figlia di Reggio, sarebbe un’emozione fortissima. Io sono il frutto della mia terra, e di chi mi ha sostenuto e incoraggiato all’inizio del percorso”.

Al ‘Cilea’ diversi gli eventi di spessore negli ultimi mesi, ancora risuonano nell’aria le note sudamericane di un’icona come Gilberto Gil. “Il Teatro Cilea è una risorsa meravigliosa per la città, spero si possa creare una fondazione cosi da poterlo aprire 365 giorni l’anno, creando cosi anche diversi posti di lavoro. Eventi di caratura internazionale -la speranza del soprano reggino- non devono essere eccezione ma consuetudine. Reggio Calabria ne ha fortemente bisogno, altrimenti rischia di morire culturalmente e non lo merita”.

VIDEO DELL’ESIBIZIONE DI TURANDOT E ALCUNE FOTO DEL SOPRANO REGGINO

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