Talenti Reggini – Giusy Versace: ‘La mia vita leggera e felice (senza gambe)’

Di Pasquale Romano – Non si coglie mai, ascoltan

Di Pasquale Romano – Non si coglie mai, ascoltando Giusy Versace procedere con il racconto di una vita straordinariamente disordinata, il senso di un ‘prima’ e di un ‘dopo’. Il grave incidente stradale che l’ha coinvolta fa parte del percorso, una tappa imprevista e traumaticamente necessaria. ‘Ho amato a correre dopo che ho perso le gambe, non è un paradosso ?’ racconta sorridendo, facendo emergere un’autoironia naturale e travolgente.

Traspare con forza invece , dalle sue parole, una forte consapevolezza. Di vittorie e sconfitte, gioie e dolori ugualmente inevitabili. Cornici di vita, e di sport. Ed è stato proprio lo sport a rappresentare la svolta di Giusy Versace. ‘Non ho mai fatto nulla di programmato, non avevo previsto di ottenere cosi tante soddisfazioni con lo sport. Dietro tutto questo c’è stato un duro lavoro, anni di sacrifici, la forza di volontà è andata a braccetto con il sudore’, confida ai microfoni di Citynow.

La corsa ha rappresentato l’ideale metafora, con i suoi saliscendi. Vittorie ostinatamente ricercate, brucianti delusioni, accettate come nuovi ostacoli da superare. ‘Mi sono sempre rialzata, dalle lacrime sono nate nuove vittorie. Lo sport educa ed insegna a vivere, pretende rigore e sacrificio. Mi ha fatto crescere e reso più forte un carattere già determinato. Per tutte le persone disabili rappresenta qualcosa di ancora più importante, una vera e propria rinascita’.

La Paralimpiade di Rio 2016 il luogo di maggiore orgoglio e rimpianto allo stesso tempo. Il sogno è diventato realtà, interrompendosi però sul più bello. ‘Avevo già vestito la maglia azzurra in competizioni internazionali ma le Olimpiadi sono davvero un’altra cosa, si respira un’atmosfera unica. Sono tornata con il cuore a metà, ha pesato la squalifica nelle semifinali dei 400 metri. Ho commesso un errore stupido, mai fatto in precedenza, ovvero toccare la linea che separa le corsie. Al traguardo sapevo già che sarei stata squalificata, è stata una coltellata. Sentivo di essere da podio, credevo di poter conquistare una medaglia’.

Piccola consolazione la finale dei 200 metri, ottenuta dopo una qualifica da record. ‘Poi ho finito la benzina, concludendo all’ottavo posto. Ma mia madre ci tiene a ricordarmi sempre ‘Giusy, sei tre le otto più veloci al mondo’ e mi tira su il morale. Mi tengo strette le medaglie di bronzo e argento ottenute ai Campionati Europei Paralimpici di Grosseto.

Dopo un 2016 dai ritmi particolarmente intensi, per Giusy Versace è arrivato il momento di uno stop. ‘L a preparazione alla Paralimpiade è stata particolarmente tosta, da due mesi sono in stand-by. Prossimi obiettivi? Non ci penso, valuterò con calma. Tengo molto alla prossima ‘Happy Run’ che si svolgerà l’11 dicembre 2016 nella splendida cornice del Lungomare Falcomatà’.

Le vittorie sportive non sono che una delle molteplici facce dell’atleta reggina, capace di conquistare il primato anche nella celebre trasmissione Rai ‘Ballando con le Stelle’. ‘Anche in quel caso mi sono fatta trascinare da un pizzico di sana incoscienza. Sapevo di rischiare molto, ma volevo mettermi in gioco ed è andata come meglio non avrei creduto’.

‘Stay hungry. Stay foolish’. Il celebre motto di Steve Jobs che invita a ‘mordere’ la vita è un tatuaggio indelebile per Giusy Versace, una lezione da tramandare alle nuove generazioni. ‘Loro rappresentano il nostro futuro, e voglio rivolgermi in particolare ai giovani della mia terra. Dico loro che bisogna osare nella vita, rischiare e capire che ci si può rialzare dopo qualsiasi caduta. Io, ad esempio, mi sono reinventata dopo l’incidente senza piangermi addosso. Li esorto a viaggiare, ad arricchirsi interiormente, credere nel fondamentale insegnamento della gavetta’.

Giusy Versace e la Calabria, il talento si è forgiato nella propria terra prima di migrare altrove. ‘Purtroppo gli impegni mi tengono lontana dalla mia città, ci ritorno appena possibile. Adoro l’umanità della gente, solo noi del sud siamo cosi calorosi. Spesso però manca il coraggio, assieme alla capacità di guardare al ‘diverso’ con gli stessi occhi con i quali osserviamo le cose più usuali. Viviamo in un territorio dove il disabile talvolta si deve nascondere, questo è inaccettabile ed è quello che voglio combattere con manifestazioni come l’Happy Run’.

Diversi anni fa, dopo l’incidente, Giusy Versace per la prima volta tornava nell’amata Scilla. Dopo essersi sdraiata al sole, ha ‘parcheggiato’ le gambe vicino a sè con la dovuta naturalezza. Una madre, poco distante, copriva gli occhi della figlia che guardava incuriosita. Un male antico, quello del diverso che quasi spaventa, difficile da estirpare ad ogni latitudine.

europei-paralimpici-giornata-di-lunedi-31

europei-paralimpici-giornata-di-lunedi-32

europei-paralimpici-martedi-11