"Tutti per uno, uno per tutti", il famoso motto de "I tre moschettieri" di Dumas

di Eva Curatola - "In generale, si chiedono consig

di Eva Curatola In generale, si chiedono consigli solo per non seguirli o, se si seguono, è per avere qualcuno da rimproverare per averli dati.

Sullo sfondo la Francia del 1600 e al centro della scena le (dis)avventure dei tre “amici” più uno, più famosi del mondo. Si perchè chi non ha mai sentito parlare dei tre moschettieri? In tanti forse non conoscono tutta la loro storia, ma sono davvero pochi coloro che non ne hanno mai sentito parlare.

Pubblicato originariamente a puntate su “Le Siècle” nel 1844, “I tre moschettieri” è uno dei romanzi più amati e letti. Un passaggio pressoché obbligato nell’apprendistato culturale di intere generazioni di ragazzi; oggi il capolavoro di Alexandre Dumas si conferma un classico della letteratura di tutti i tempi e paesi.

Athos, Porthos, Aramis e d’Artagnan, protagonisti non solo di questa fantastica opera, ma anche dei duelli, degli inseguimenti, degli amori e delle beffe narrati nel corso della storia. L’amico un pò grassottello, poi quello bello, quello maledetto e infine d’Artagnan. In quanti hanno sognato di essere l’affascinante moschettiere?

La trama, come lascia presagire anche il titolo dell’opera, è rocambolesca ed avvincente, a far da padrone è sicuramente il coraggio, messo in bella vista alla prima occasione possibile. Nonostante venga subito da pensare ad un romanzo d’azione, completo di combattimenti, intrighi di corte e missioni segrete, non bisogna tralasciare la parte romantica e passionale del libro, che contraddistingue da sempre la scrittura di Alexandre Dumas.

Il romanzo può infatti essere considerato un omaggio all’amore, ma soprattutto all’amicizia, quel sentimento che cosi prepotentemente unisce i nostri protagonisti, che dopo vent’anni si trovano a rivivere in un’altra trilogia (“I tre moschettieri vent’anni dopo“).

Una strabiliante storia di amicizia, quella tra questi quattro personaggi, sempre presenti gli uni per gli altri, pronti a dare la propria vita per la salvezza del compagno. Amicizia vera, pura, non contaminata dall’egoismo e dalla convenienza tipica ormai dei rapporti nella nostra società.

Un classico intramontabile, che fa impallidire qualsivoglia confronto, perchè nonostante la mole, che a primo impatto potrebbe intimorire il lettore, il libro scorre con una velocità insolita, facendo apprezzare ancor di più le capacità dell’autore francese.

Un libro che vale la pena di leggere e rileggere anche solo per poter immaginare con l’occhio della mente lo scoppiettare degli zoccoli dei cavalli al galoppo, l’ondeggiare delle lunghe piume ancorate ai cappelli e la lama impietosa dei nostri eroi.

“Polvere quale sono, rientro nella polvere. La vita è piena d’umiliazioni e di dolori, tutti i fili che la legano alla felicità si rompono in mano all’uomo uno dopo l’altro, soprattutto i fili d’oro. Mio caro d’Artagnan, credetemi, nascondete bene le vostre ferite quando ne avrete. Il silenzio è l’ultima gioia degli infelici; guardatevi bene dal mettere chicchessia sulla traccia dei vostri dolori: i curiosi succhiano le nostre lacrime come le mosche il sangue d’un daino ferito. “

 

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