Università e mondo del lavoro: quanto conta il voto di maturità?

di Nicolino D'Ascoli - Periodo d'esami, giorni tu

di Nicolino D’Ascoli – Periodo d’esami, giorni turbolenti ed intenso studio per i maturandi che stanno affrontando le varie prove prima di poter iniziare le meritate (?) vacanze. E certamente quasi tutti sono anche alle prese con il calcolo del voto finale, punteggio importante (vedremo a breve perché) che influirà in qualche maniera con la vita lavorativa dello studente.

I ragazzi sanno bene che sostanzialmente crediti scolastici e formativi, punti prove scritte e voto colloquio orale (con eventuali 5 punti bonus assegnati dalla commissione esaminatrice) saranno il tramite per il risultato finale, che varia da 60 a 100.

Ma è davvero così importante il voto finale? La risposta appare ovvia, si. Innanzitutto è il primo biglietto da visita da inserire nel curriculum, ricordando che questo benedetto voto finale di maturità potrà far ottenere punti incrementali qualora lo studente sosterrà concorsi pubblici.

Inoltre alcune Università, soprattutto quelle private, terranno certamente conto del fatidico “numerino”.

Detto ciò, sempre per rimanere in tema, AlmaDiploma ha da poco effettuato una ricerca correlando voto diploma – mercato del lavoro.

Bene, il risultato emerso parla chiaro, il voto della maturità conta, in particolar modo per lo studente che vuole iniziare subito a lavorare senza iscriversi all’Università. Circa il 31% inizia immediatamente a lavorare, contro il 65% che sceglie di proseguire gli studi iscrivendosi all’Università.

Mentre il 13% decide di cercare lavoro ed il restante 4% per motivi personali o altro non cerca lavoro e non continua nell’immediato a studiare.

Iniziamo adesso a snocciolare qualche dato utile agli studenti, il primo: chi prende 100 (voto massimo) anziché 60 (voto minimo) ha una probabilità di trovare lavoro aumentata dell’80%. Secondo: a 5 anni dal diploma il 51% dei ragazzi lavora (il 13% unisce studio e lavoro), il 12% è ancora in cerca di lavoro, il 45% studia. Terzo: il 100 o giù di lì non è comunque l’unico aspetto valutato nelle aziende, quanto meno il diplomato è più appetibile con esperienza di stage o altri “lavoretti”. In più se l’esperienza di stage o lavoro è stata fatta all’estero c’è un più 66% di possibilità per essere assunti.

Ultima nota, giusto di curiosità: il voto medio dei “maturati” (tra licei ed istituti tecnici/professionali) è di 76,9, il 6 % ottiene 100 con eventuale lode, il 9 % esce con un voto tra 91 e 99, il 50 % da 71 a 90 ed il 35 % infine da 60 a 70.