'Viva la cultura', il motto degli studenti del Campanella nel Flash Mob Dantesco

"Viva la cultura!” - E’ stato questo il motto

“Viva la cultura!” – E’ stato questo il motto che , giorno 29 ottobre 2015, ha accompagnato una delegazione di studenti del Liceo classico Tommaso Campanella di Reggio Calabria in un innovativo “Flash mob dantesco”.

L’iniziativa, promossa in occasione del 750° anniversario dalla nascita di Dante Alighieri, rientrava nell’ambito del progetto nazionale “Libriamoci-Giornate di lettura”, ed è stata la risposta degli allievi del Liceo reggino all’invito formulato dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Progetto Compita (Competenze dell’Italiano) del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca-Direzione generale per gli Ordinamenti Scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione, insieme all’ADI, Associazione degli Italianisti, per il progetto “Dante a mezzogiorno”.  Quest’ultimo richiedeva agli istituti secondari di II grado di organizzare un evento di letture ad alta voce di passi dall’opera di Dante o riflessioni collettive sul sommo poeta. La risposta del Liceo Campanella è stata decisamente originale. I ragazzi, infatti, durante la mattinata hanno compiuto un vero e proprio tour per le strade cittadine leggendo, nei luoghi che più si adattavano al contesto, quattro diversi canti della Divina Commedia.

Il tutto ha preso avvio presso la Galleria di Palazzo San Giorgio, buia per rappresentare  l’ingresso nelle viscere della terra, dove un gruppo di allievi, vestiti di bianco e nero (simbolo del dissidio tra bene e male) hanno letto alcuni passi del terzo canto dell’Inferno:

“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l’etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.” 

I celeberrimi versi danteschi hanno suscitato grande interesse da parte dei presenti che si sono riuniti attorno alla scena, lodando l’interpretazione degli studenti e dedicando ad essi un sentito applauso.

Dopo aver lasciato “La Porta dell’Inferno” i giovani si sono spostati nella sala della Biblioteca Magistrale del Liceo, dove sono conservate delle cinquecentine e un incunabolo, dunque, luogo di conoscenza per eccellenza. Proprio qui, infatti, sono stati letti da un gruppo di allievi vestiti di rosso (simbolo del fuoco) i versi dell’orazion picciola di Ulisse ai suoi compagni, in cui troviamo il celebre monito:

“ Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

Marco, lo studente impegnato nella lettura di questo canto, afferma: “L’uomo deve sfruttare al meglio la ragione non seguendo i vizi e gli istinti, ma coltivando la propria conoscenza, spinto dalla curiositas per conoscere sempre di più e quindi arricchirsi. Perché il vero arricchimento è quello culturale”.

Usciti dalla scuola, la terza tappa di questo “itinerario dantesco” è stata la vicina Piazza Italia, antistante i palazzi delle istituzioni, nella quale al centro si erge la statua di una donna che rappresenta l’Italia. Luogo ad hoc, dunque, per la ripresa della parte più intensa del VI canto del Purgatorio: l’invettiva all’Italia. Gli allievi, vestiti di verde (la speranza) si sono dedicati alla lettura dei passi nei quali Dante mette in evidenza le condizioni infelici dell’Italia dei suoi tempi, con la famosa apostrofe:

“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello!”

Questi versi sono risuonati per l’intera piazza ed hanno attirato l’attenzione di molti passanti ed anche di diversi giornali e telegiornali cittadini, i quali hanno ripreso e diffuso la rappresentazione nei canali appositi.

Ed in seguito a questo viaggio nell’Oltretomba e nel Purgatorio dantesco , si è arrivati finalmente al regno della luce: il Paradiso.

Il luogo scelto per la celebrazione dell’ultima cantica della Divina Commedia è stato il Duomo cittadino.  Sulle scale che portano al sagrato della cattedrale dedicata alla Vergine, infatti, una delegazione di studenti vestiti di bianco (la luce) ha intonato la preghiera alla Vergine del canto XXXIII:

“Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio.”

La purezza e l’intensità di questi versi ha suscitato grande commozione anche nei passanti i quali hanno ripreso il momento con video, foto che sono subito divenuti virali nel mondo dei social network.

Un’iniziativa, insomma, che ha riscosso molto successo e donato grandi soddisfazioni agli studenti impegnati e alla professoressa organizzatrice, la quale con grande dedizione ha fatto in modo che l’attività si svolgesse nel migliore dei modi. L’obiettivo preposto , che voleva la supremazia della cultura, è stato raggiunto. Tutti  si sono uniti in un grido comune: “ Dante e la cultura classica non moriranno mai”.

                                                                                                                       MELANIA TOSCANO 5G

                                                                                                               “CLASSICO MA NON TROPPO”