Comunali Reggio, l’intesa tra Falcomatà e Reggio Bene Comune: ‘Patto senza richieste o contropartite’

Il Movimento, con Filippo Sorgonà, conferma: ‘Sostegno condizionato all’applicazione del programma’. Ecco i punti

“Un patto senza richieste o contropartite”. Questo alla base dell’alleanza politico elettorale nata nelle ultime settimane tra il candidato uscente Giuseppe Falcomatà e il movimento Reggio Bene Comune, riconducibile a Filippo Sorgonà. Il primo cittadino, nel corso della presentazione delle liste civiche che lo sosterranno nella corsa per la riconferma a Palazzo San Giorgio, aveva sottolineato proprio il rapporto di collaborazione nato – dopo un confronto serrato e franco – con uno dei movimenti più critici della sua gestione amministrativa:

“…è in qualche modo, forse più degli altri, l’esempio di come confrontarsi sul merito delle cose può portare ad un cammino comune”.


Certo è che ha destato curiosità, tra addetti ai lavori e non, questo apparentamento in vista del voto del 20 e 21 settembre prossimi. D’altra parte Filippo Sorgonà, soprattutto dopo la parentesi delle Sardine, di cui era il referente reggino, avrebbe potuto anche portare avanti un discorso politico diverso, e cioè una candidatura a sindaco autonoma. Scelta che lo stesso ritenne in qualche modo eticamente scorretta, pur non essendoci incompatibilità di sorta. Stimolato anche dalla nascita – nel settembre dello scorso anno – di Reggio Bene Comune, Sorgonà ha provato a ragionare su un fronte più largo, approntando con i suoi un programma di pochi punti e senza anteporre alcun nome per la candidatura a sindaco. Da lì partirono una serie di incontri con tutti quei soggetti (Laboratorio politico Patto civico, La cosa pubblica di Stefano Morabito, o Potere al Popolo) che vorrebbero dire la loro in questa tornata elettorale. Ma già verso la fine di dicembre ci furono i primi abboccamenti con Giuseppe Falcomatà. Il periodo dell’emergenza sanitaria da Covid congelò un po’ tutto, e la svolta nei rapporti con il primo cittadino si ebbe soltanto dopo che lo stesso Sorgonà fu destinatario di una becera intimidazione con una frase impressa su un muro: “firmasti a to cundanna”.

Proprio in quel frangente la giunta comunale al completo e il sindaco in prima persona espressero piena solidarietà a Sorgonà, incontrandolo in un gesto pubblico di vicinanza vera. Da lì cominciò un confronto serrato e proprio da lì venne la proposta, non da parte di Falcomatà, ma dello stesso Sorgonà, di ragionare insieme su alcune precise tematiche su cui Reggio Bene Comune era stata sempre molto critica.


I temi su cui si è trovata la convergenza afferiscono al cambio di governance – da gestione mista a completamente pubblica – rispetto ai servizi e ai beni comuni (Teatro, Castello, Lido); la lotta al debito, ingiusto, rimasto in capo ai cittadini dopo glia anni dello scioglimento, di cui Reggio Bene Comune ne fa una questione politica e di giustizia sociale, con la richiesta allo Stato non di cancellarlo ma di assorbirlo; il decentramento amministrativo che prescinde dalle idee in circolazione di un ritorno alle circoscrizioni o alle macroaree: per RBC ogni zona dovrebbe avere i suoi uffici, dall’anagrafe all’ufficio tecnico, e unità preposte per i rifiuti, e per ciò che riguarda il servizio della polizia locale; infine, convergenza ci sarebbe anche sul tema della sostenibilità, intesa come radicalità strutturale e organica nelle scelte energetiche o dei trasporti.

Insomma, pur mantenendo una posizione critica ma propositiva, Reggio Bene Comune offrirà il suo appoggio condizionato all’adozione di precise scelte di indirizzo amministrativo e quindi all’attuazione di quel programma caro al movimento.

Ristobottega

Intanto, Reggio Bene Comune continua a dialogare con i Verdi e con Partito del sud. Oggi pomeriggio un nuovo incontro per lavorare ad una lista unica e quindi proporre agli elettori un raggruppamento di nomi che ha più chance di fare risultato.