Miti di Calabria: la leggenda della pietra del diavolo a Palmi

Sul monte Sant’Elia di Palmi tutt’oggi possiamo osservare una traccia dell'antica leggenda

La leggenda narra di un uomo dal volto nero, che si aggirava con un grande sacco sulle spalle, e che giunse sul monte che sovrasta la cittadina di Palmi. L’uomo misterioso si presentò al Santo Elia, durante un momento di solitaria meditazione, e gli mostrò il contenuto del suo sacco: una grandissima quantità di monete.

Questa figura era il diavolo, il quale narrò al Santo di aver trovato le monete in un casolare abbandonato e gli propose di dividere l’ingente fortuna. Il Santo Elia reagì lanciando le monete giù dalla montagna, le quali rotolando si trasformarono in pietre nere, fermandosi sull’erba, sulla terra o sulla roccia, le stesse che oggi possiamo trovare sul monte.

Il diavolo a quel punto si alzò e, con gli occhi infuocati, spiegò due grandi ali nere da pipistrello, prese il volò verso il mare e si tuffò, senza lasciare alcuna traccia di sé. Dal mare in tempesta si innalzò una grande nuvola dopo la quale emerse un’isola a forma di cono, dalla quale fuori uscivano fumo e fuoco. Era proprio Stromboli, che imprigionava al suo interno il diavolo e con lui altri spiriti maligni, che ribellandosi soffiavano fiamme e tuoni.

Sul monte Sant’Elia di Palmi tutt’oggi possiamo infatti osservare un macigno con le profonde impronte delle unghie lasciate dal demone in preda a un momento di rabbia, prima di spiccare il volo.

Proprio qui troviamo inoltre una targa con sù scritto:

“Questa roccia simboleggia l’eterna lotta tra il bene e il male. Da secoli una leggenda popolare narra che, in questo luogo, il diavolo tentò invano di distogliere S. Elia il Giovane (Enna 823 – Salonicco 903) dalla sua missione spirituale di edificare su questo monte un monastero. Secondo tale leggenda, le impronte del Diavolo lasciate sulla roccia e ancora visibili, testimoniano lo scontro qui avvenuto tra il Santo e il demone. Al diavolo sconfitto non restò che, secondo i patti, rifugiarsi nel vulcano di Stromboli dove il Santo riuscì a lanciare il suo bastone”.