‘Ndrangheta sull’Asp, il ginecologo con la passione per la politica: Coco si autosospende dalla Lega

Remunerato per i favori fatti all’azienda MCT, per gli inquirenti è un elemento chiave dell’inchiesta Chirone

Il ginecologo Antonino Coco, riveste una figura importante nell’inchiesta Chirone. Per gli inquirenti, che lo considerano non intraneo alle cosche, Coco supportava i Piromalli e gli Alvaro, dall’esterno. Intanto nella sua qualità di medico, favorendo la MCT, azienda di fornitura di prodotti medicali ad essa riconducibili per il tramite di Fabiano Tripodi, Franco Madafferi e Mario Vincenzo Riefolo, gestori di fatto della stessa azienda e appartenenti alla consorteria mafiosa, intervenendo su alcuni sanitari (un primario dell’ospedale di Lamezia Terme, il dottore Quartuccio, ginecologo dipendente dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria, il dottore Gaetano Topa, primario del reparto di ortopedia dell’ospedale di Reggio Calabria) al fine di indurli ad effettuare commesse da quella società di prodotti medicali (tra cui sterilizzanti) e apparecchiature tecniche (ecografi) per i reparti presso cui prestavano servizio con ruolo dirigenziale.

“Abbiamo le chiavi di ginecologia”

Antonino Coco ha infatti richiesto la fornitura di sterilizzante per il proprio reparto, ha coinvolto il primario del reparto di ortopedia, Topa, per far ottenere alla MCT una fornitura di sterilizzante e consentito ai soci di quest’ultima di installare ecografi nei diversi reparti del nosocomio.

Sterilizzanti commercializzati tutti dall’azienda Mct, per il tramite della ditta Lewis Medica che era l’impresa che poteva trattare con l’Asp di Reggio Calabria, essendo tra le ditte vincitrici dell’appalto.

In particolare, annotano gli inquirenti, Coco Antonino mediava coi medici colleghi ed accompagnava Madafferi Antonino e altri soci della Mct presso i sanitari dell’ospedale Riuniti di Reggio Calabria per la prova in reparto di apparecchiature tecniche ovvero degli ecografi.

In una conversazione ambientale dell’ottobre del 2017, Antonino Madafferi ammetterà che, grazie al suo contributo, hanno “le chiavi della ginecologia”.

Remunerato adeguatamente

Ma ovviamente, quello di Coco, non era un lavoro fine a sé stesso. A Natale 2017 ricevette ad esempio una somma di denaro in contanti pari a 1.000 euro, a titolo di compenso corruttivo, insieme ad altre utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso gli altri medici.

Il 23 dicembre 2017, Federico Riefolo e Antonino Madafferi, mentre effettuano consegne di regalie varie, si chiedono se per Coco, che avrebbero visto nel primo pomeriggio, la somma giusta fosse 500 o 1.000 euro. Madafferi in particolare, riconosciuti i meriti per l’intermediazione svolta, in special modo nei confronti del dottore Topa, ammette che il sanitario meriti la somma più alta.

MADAFFARI: PERÒ AL DOTTORE COCO CI VUOLE EH? IL DOTTORE COCO CI VUOLE…GLIELI TOGLIAMO ORA 500 EURO, GLI DIAMO 500 SOLO (RIDE)

RIEFOLO F.: ….

MADAFFARI: NO 1000 EURO SONO GIUSTI, DAI MINCHIA CI FECE GUADAGNARE

RIEFOLO F.: si è “squagliato” (fuso) Nino… (ride)

MADAFFARI: CI FECE IL PASSAGGIO CON (INC.) TUTTE QUESTE COSE, NO FIGLIOLI…TOPA… no no che se non lo lecchiamo lo perdiamo capisci? No? Senza di lui non c’era tutto questo… la verità ah..o no? Ora gli facciamo la pantomima che lui.. tanto lui “DOTTORE SENTITE, NOI QUA SIAMO IN FAMIGLIA, NON È CHE,CHE CAZZO VI DOBBIAMO COMPRARE UNA CARAMELLA, UN COSO, UN VESTITO, CHE VI DOBBIAMO COMPRARE, UN OROLOGIO?

RIEFOLO F.: eh!

MADAFFARI: Compratevi voi quello che volete”

La disponibilità politica

Ma il ginecologo Antonino Coco aveva anche la passione per la politica.

Nell’agosto del 2018, nell’accettare il ruolo di coordinatore cittadino della Lega di Oppido Mamertina, Coco “giustificava” l’approdo alla corte di Matteo Salvini parlando di “scelta di grande responsabilità”.

Ma Coco non era per nulla nuovo alla politica visto che già nel 2010 aveva partecipato alle consultazioni regionali come candidato nella lista “Scopelliti presidente”. All’epoca ottenne poco meno di ottocento voto e non riuscì ad entrare a Palazzo Campanella.

Ci provò dieci anni più tardi – alle ultime regionali di gennaio 2020 – questa volta nelle fila della Lega. Il finale è lo stesso di dieci anni prima: quasi ottocento voti ma non l’elezione. Nel mezzo però c’è un “fatto”, che gli inquirenti annotano nell’ordinanza, che si intreccia anche con l’inchiesta Eyphemos che portò all’arresto di Domenico Creazzo, ex presidente del Parco d’Aspromonte risultato anche il più votato.

Per la Procura Coco siglò un patto elettorale politico-mafioso con Laurendi Domenico, intraneo al clan Alvaro, nell’interesse di Creazzo Domenico, in quel momento Sindaco di Santa Eufemia che stava preparando la sua discesa in campo per la competizione elettorale regionale, e dichiarandosi pronto a sostenere “qualcuno che poi, noi garantiamo e ci garantisce”.

Per tutto questo gli inquirenti ritengono Coco pienamente coinvolto nelle dinamiche criminali del gruppo in questione e scrivono:

“L’azione favoreggiatrice posta in essere dal Coco nei confronti del sodalizio mafioso, non viene fornita in via del tutto occasionale ed estemporanea, come si desume inequivocabilmente dalle conversazioni intercettate”.

L’uscita di scena

Antonino Coco, il politico, ha deciso di mettersi da parte. Lo fa in maniera immediata rispettando in qualche modo anche il dettato del vademecum del “buon leghista” che il neo commissario regionale Giacomo Saccomanno ha inviato a tutti i referenti territoriali della Lega.

Così, con una lettera di poche righe, inviata al Commissario ha comunicato l’autosospensione con effetto immediato dalla carica ricoperta.

Coco, infatti, oltre al ruolo di coordinatore cittadino ad Oppido, è membro del direttivo provinciale del Carroccio e visto il coinvolgimento nell’indagine con la sottoposizione a misura cautelare ha ritenuto

opportuno, nell’attesa che – confidando nella magistratura – sia chiarita la mia posizione, astenermi dall’ulteriore partecipazione all’attività politica del partito, onde evitare possibili ed eventuali strumentalizzazioni”.