Ogni mese, all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, si effettuano circa 25 IVG, interruzioni volontarie di gravidanza.
Molto spesso le donne che si recano a richiedere questa prestazione sono molto giovani, spesso appena ventenni, a volte minorenni accompagnate da un tutore.
A volte trentenni disperate per quel concepimento avvenuto con l’ennesimo uomo sbagliato e lavoro part time. Sono diverse le scelte che spingono una donna a interrompere una gravidanza. Non sempre, purtroppo consapevoli.
Per un mese a partire da oggi la dott.ssa Valeria Basile si renderà disponibile a rispondere ai quesiti sulla legge 194/78, sulla regolamentazione, sulle modalità, tempi e vincoli delle IVG, e soprattutto sulle possibili implicazioni emotive e psicologiche.
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Riportiamo qui una poesia che racchiude in se le emozioni di molte donne:
– Gianluca –
Una settimana e non so neanche che ci sei,
Non pensavo irrompessi tutto ad un tratto nei giorni miei.
Vivo serena, vivo spensierata,
Fumando sigarette e passando ogni serata
A bere con gli amici, a stare in compagnia
E non immaginando nemmeno che stai per travolgere come un treno la vita mia
Cinque settimane, sto pensando a te
Mentre fisso spaventata il test poggiato sul bidet
Una lacrima, un sorriso
Lo stupore sul mio viso
Mentre, incredula, ripeto che
Non è possibile sia successo proprio a me
Sei settimane,
Ho visto il tuo papà, sai che ha detto?
“Andiamo in ospedale e risolviamo tutto!”
Ed io, in preda ad un attacco di isteria
Gli ho detto che la decisione è solo mia.
Occhi fissi sul libro,
La penna che mi cade…
Scusami…ma non mi sento pronta a diventare madre…
Hai sette settimane, la sera più non bevo
E ho smesso di fumare…almeno questo te lo devo!
Per me erano svaghi..per te soltanto pene
E fin quando stai con me voglio farti stare bene!
Otto settimane, inerme sopra il letto
Continuo a domandarmi se sei femmina o maschietto.
Piango, piango, mi batte forte il cuore
Sai Gianluca, mi sono resa conto che ti chiamo già per nome.
Nove settimane, 9 di mattina,
Seduta in ospedale quanto è fredda la panchina…
Il medico mi guarda, mi chiede “è sicura?”
Timidamente faccio un cenno e lui procede alla puntura.
Dormo, sogno, piango
Ma l’incubo non svanisce al mio risveglio
Sento di aver sporcato la coscienza con il fango
Ma le amiche mi dicono che con il tempo andrà meglio…
Dieci settimane, ancora alla scrivania
Sul libro dell’esame ora c’è una scritta:
“Ciao Gianluca, scusa se ti ho mandato via”.

