Cutro un anno dopo, una mostra fotografica ricorda la tragedia

Una mostra che parte dai momenti drammatici del naufragio e descrive quanto accaduto successivamente


Novantaquattro immagini per ricordare quanto avvenuto dal 26 febbraio 2023 tra Steccato di Cutro e Crotone dopo il naufragio del caicco Summer Love carico di migranti.

Novantaquattro foto, quante furono le vittime, raccolte nella mostra “I sogni attraversano il mare” realizzata dal bisettimanale il Crotonese in occasione dell’anniversario della tragedia e che sarà inaugurata domani al Museo di Pitagora.

Le immagini sono state scattate dal direttore de il Crotonese, Giuseppe Pipita, che, è scritto in una nota, “è stato il primo giornalista ad arrivare sulla spiaggia del naufragio”.

Una mostra che parte dai momenti drammatici del naufragio e descrive quanto accaduto successivamente: dalla camera ardente del Palamilone, alla visita del presidente Mattarella, dal Consiglio dei ministri a Cutro, alla protesta dei peluche, alle iniziative dei cittadini per chiedere verità e giustizia.

Ogni immagine è accompagnata da una breve citazione tratta da testimonianze dei sopravvissuti, da articoli pubblicati in quei giorni, da brani di scrittori, poeti e cantanti che servono a ampliare il significato delle immagini.

“Il titolo della mostra, I sogni attraversano il mare – spiega Giuseppe Pipita – è provocatorio: vuole sottolineare che donne, bambini e uomini sono scappati dai regimi totalitari verso l’Europa per cercare di realizzare i propri sogni: sogni di una vita libera, dignitosa.

Sulla spiaggia di Steccato di Cutro, sulla spiaggia di un Paese europeo, però, hanno attraversato il mare solo i loro sogni perché le politiche dei paesi europei continuano a sbarrare le strade a chi è in cerca di diritti. A chi sognava di correre con quelle scarpette rimaste tra i flutti del mare”.

La mostra, inserita nelle manifestazioni organizzate dalla Rete 26 febbraio per ricordare la Strage di Steccato di Cutro, resterà aperta fino al 26 pomeriggio. Successivamente sarà trasferita, a cura del Consorzio Jobel, nella sala mostre del Museo archeologico di Capocolonna.

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