Venerdì da 'far west' a Campo Calabro: rissa in piazza fra 40 ragazzi e ragazze

Le riprese delle telecamere di videosorveglianza del Comune sono state acquisite dalle forze dell’ordine per ricostruire gli eventi ed individuare gli autori

Ieri pomeriggio fra le 17.15 e le 17.45 Piazza Martiri di Nassiriya e le vie circostanti sono state testimoni e teatro di un inqualificabile atto di violenza collettiva.

Da un primo rapporto della Polizia Locale, circa 40 fra ragazzi e ragazze, molti dei quali minorenni hanno dato vita ad uno scontro collettivo in piena regola armati di mazze, bastoni, catene, protetti persino da caschi. Molti sono arrivati a bordo di scooter e microcar parcheggiati nelle immediate adiacenze della piazza e nelle vie attigue, provenienti dai centri vicini, e fra questi alcuni residenti a Campo Calabro.

Spezzoni della rissa, il cui innesco e le cui ragioni al momento non sono note, sono stati ripresi dalle telecamere del sistema di videosorveglianza del Comune ed acquisiti stamattina dalle forze dell’ordine presso la centrale di sorveglianza della Polizia Locale per procedere alla ricostruzione dei fatti e alla individuazione dei soggetti identificabili.

Si tratta di un episodio che ha colto di sorpresa e stupito l’intera comunità campese, una comunità pacifica, operosa e solidale nella quale mai a memoria recente si sono verificato episodi del genere ed in particolare poi che vedono protagonisti i giovani.

Certa di interpretare il comune sentire della popolazione, l’Amministrazione Comunale condanna fermamente questo atto dissennato, assicura ogni collaborazione affinché i responsabili siano indentificati e perseguiti dalla legge e si impegna a proseguire intensificandola la propria azione a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini, dei luoghi e spazi pubblici.

Sappiano quanti hanno scambiato le nostre strade e le piazze per il far west che Campo Calabro ne respinge i gesti e ha isolato quanti li hanno compiuti nella sua coscienza civile.

Questo atto richiama altresì, in ragione dell’età dei partecipanti, ad una più grande responsabilità di noi tutti, istituzioni, scuola, genitori, cittadini, gruppi ed agenzie educative, associazioni sportive, culturali circa la necessità di impedire che le giovani generazioni, cui è affidato il futuro di tutti noi, siano preda di meccanismi, abitudini, consuetudini aggregative che finiscono per allontanarli dalla dimensione della prossimità sulla quale si fonda la convivenza civile.