'Gli Sdraiati' di Michele Serra: monumento ad una generazione che si è allungata orizzontalmente

Un romanzo comico e allo stesso tempo di avventura e riscoperta, in cui il tema focale è rappresentato dall'argomento più vecchio del mondo: genitori, figli e sentimenti contrastanti

“Autorità: attorno a questa parola organizzo, da quando sei nato, convegni tanto pomposi quanto inconcludenti. […] Titolo ideale di questa farraginosa convention dovrebbe essere “Quante volte invece di mandarti a fare in culo avrei dovuto darti una carezza. Quante volte ti ho dato una carezza e invece avrei dovuto mandarti a fare in cu**.”

Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti.

Michele Serra è un giornalista e scrittore italiano, famoso per i suoi lavori presso “la Repubblica“, “l’Espresso” e “Vanity Fair“; il suo libro è dedicato proprio a loro: i figli adolescenti facenti parte di una generazione che ormai si è allungata orizzontalmente.

La recensione de “Gli sdraiati” di Michele Serra

Gli Sdraiati“, è sicuramente un titolo che salta all’occhio, che incuriosisce il lettore e lo spinge a domandarsi “ma cosa vorrà mai dire?”. Si tratta di un titolo perfetto che fa da specchio ad una società che nel tempo si è completamente ribaltata, una società in cui i giovani dormono fino a tardi e gli anziani sono costretti a lavorare sempre di più. L’autore però non vuol giudicare, emettere sentenze o criticare l’una o l’altra generazione, il suo libro può essere infatti descritto come una profonda riflessione su quanto le cose siano cambiate da quando egli stesso era un adolescente.

Il libro contiene quindi una forte componente autobiografica, in quanto la storia narrata non è semplicemente quella di un padre e un figlio, ma quella dell’autore col figlio appena maggiorenne e della sua ossessione di portarlo al Colle della Nasca (il luogo preferito dell’autore).
Inoltrandosi in questo mondo misterioso il giornalista non risparmia niente ne ai figli, ne ai padri. Serra racconta infatti l’estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un’ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. Quando è successo? Come è successo? Dove ci si è persi? E basterà, per ritrovarsi, il disperato, patetico invito di un padre al figlio per una passeggiata in montagna?

“È anni dopo, è quando tuo figlio (l’angelo inetto che ti faceva sentire dio perché lo nutrivi e lo proteggevi: e ti piaceva crederti potente e buono) si trasforma in un tuo simile, in un uomo, in una donna, insomma in uno come te, è allora che amarlo richiede le virtù che contano. La pazienza, la forza d’animo, l’autorevolezza, la severità, la generosità, l’esemplarità.”

Gli Sdraiati” è un romanzo comico e allo stesso tempo di avventura e riscoperta, in cui il tema focale è rappresentato dall’argomento più vecchio del mondo: genitori, figli e sentimenti contrastanti. Forse è proprio per l’argomento che fin dalla sua uscita (2013) il libro ha riscosso grande successo; ma il merito è anche di una scrittura cosi ben definita e appassionata, ricca di satira e di vocaboli che vi faranno alzare a prendere un vocabolario!

Sin dalle primissime pagine è chiaro che abbiamo a che fare con un grande autore, chi metterebbe cosi tanto impegno nella descrizione di un semplice tappeto (tanto da occupare mezza pagina)? Solamente un giornalista, uno che con le parole ci vive e ci lavora ogni giorno e sa quanto il loro significato possa arrivar dritto al cuore e alla mente del lettore, suscitando grandi emozioni. E’ proprio questo che accade con la lettura de “Gli Sdraiati“, se sei un padre, un genitore, ricorderai di non essere solo, scoprirai che tutti gli interrogativi che ti sei posto fino ad oggi e tutte le difficoltà che hai affrontato sono comuni a tutti i genitori del mondo; se invece sei un figlio non c’è niente di meglio da leggere, per entrare almeno una volta nel mondo segreto di un genitore: la sua mente.

“Siete arrivati in un mondo che ha già esaurito ogni esperienza, digerito ogni cibo, cantato ogni canzone, letto e scritto ogni libro, combattuto ogni guerra, compiuto ogni viaggio, arredato ogni casa, inventato e poi smontato ogni idea… e pretendere, in questo mondo usato, di sentirvi esclamare “che bello!”, di vedervi proseguire entusiasti lungo strade già consumate da milioni di passi, questo no, non ce lo volete – potete, dovete – concedere. Il poco che riuscite a rubare a un mondo già saccheggiato, ve lo tenete stretto. Non ce lo dite, “questo mi piace”, per paura che sia già piaciuto anche a noi. Che vi venga rubato anche quello.”

sdraiati