Sibari, splendore della Magna Grecia pronta a rinascere - FOTO

Sibari, frazione del comune di Cassano all'Ionio in provincia di Cosenza. L’antica Sibari fu costruita dai greci sui resti della Sibartite, centro della civiltà degli Enotri, ma nella guerra del 510 a.C.

Sibari, frazione del comune di Cassano all’Ionio in provincia di Cosenza. L’antica Sibari fu costruita dai greci sui resti della Sibartite, centro della civiltà degli Enotri, ma nella guerra del 510 a.C. venne distrutta da Crotone, i cui soldati deviarono anche il corso del fiume Crati, per non lasciarne più traccia.

Tutti gli storici del mondo antico affermavano che Sibari era la colonia più fiorente della Magna Grecia, ma questa aveva tutti i mali e i vizi del mondo. Il personaggio del Sibarita era indicato come simbolo di ozio, lussuria, perfidia, sensualità nelle donne Sibarite, gli storici scrivevano fatti inverosimili su questa polis. Come per esempio che si vestivano con abiti di alta sartoria dell’epoca, oppure che erano in stretti rapporti con gli Etruschi e Ioni, popoli anche loro dediti ad ogni tipo di piacere.

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In tutte le città si diceva che a Sibari si stava così bene che si poteva morire solo per scelta, la frase dell’archeologo francese François Lenormant rende bene l’idea:

Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sìbari. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia“.

L’abbondanza, il lusso ed il comfort la facevano da padroni presso i sibariti, di cui si diceva che imbastissero interminabili banchetti dove si degustava del cibo raffinato, e che usassero addirittura gli orinali, di cui si attribuiva loro l’invenzione, insieme a quella delle vasche da bagno. Questi banchetti erano poi allietati dalle cosiddette “Favole sibaritiche”, racconti che i commensali esponevano facendo a gara per quale fosse il più divertente ed interessante, affinchè gli altri ne godessero.


Sìbari nel presente, come frazione del comune di Cassano all’Ionio, è sorta negli anni sessanta pochi km a nord dei siti archeologici di “Parco del cavallo“, “Prolungamento Strada” e “Casabianca“, contigui fra di loro, a cui si deve aggiungere “Stombi”, leggermente distante da questi tre.

La crescita del centro abitato si deve alle bonifiche, finanziate dall’allora governo, attraverso l’azione del consorzio Opera Sila: lungo il basso corso del Crati si riportò alla luce la piana di Sibari, la più grande della Calabria. Sibari ha una forte propensione al turismo (ai Laghi di Sibari e alla Marina di Sibari vi sono vari villaggi turistici e un parco avventura) e all’attività agricola.

La frazione ha una popolazione di circa 5000 abitanti e negli ultimi anni sono avvenuti molteplici ma vani tentativi di chiedere l’autonomia comunale. Negli anni ottanta e novanta ha conosciuto uno sviluppo per il turismo balneare e culturale. L’agricoltura produce agrumi, olive e riso. La squadra di calcio che rappresenta la città, l’A.S.D. Sibari, milita in seconda categoria.

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La sorte, pochi anni fa, si è accanita su uno dei luoghi più ricchi di fascino della Calabria. Nel 2013 infatti ben 20.000 metri cubi di acqua, dovuti dall’esondazione del fiume Crati, la sommergono. E così finiscono sotto il fango la necropoli, il cortile, le terme e le ville romane. Tutta la storia del posto viene di nuovo cancellata, ma i lavori di recupero partono con veemenza.

Soltanto pochi giorni fa, a 4 anni dall’alluvione che sommerse l’area, il Parco archeologico di Sibari è tornato fruibile. Dopo che sono stati eseguiti una serie di lavori – costati 18 mln con fondi POin – per pulire, riqualificare e valorizzare l’intera area – con reperti di età romana e magnogreca – e il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.

“Sono molto orgogliosa – ha detto il sottosegretario al Mibact Dorina Bianchi – della restituzione di questo importantissimo sito. E’ un sito unico di cui usufruiranno turisti non solo calabresi ma provenienti dall’Italia e dal mondo. La cultura, insieme al turismo, può creare un solido sviluppo non solo culturale ma soprattutto economico. Ed è questo quello su cui il Mibac sta puntando”.


“Qui – ha detto l’ex presidente della Regione Mario Oliverio – c’è un patrimonio culturale che merita di essere valorizzato perché la nostra terra, attraverso realtà che hanno una proiezione internazionale, può diventare più attrattiva”.