Il silenzio è dolo”: Marco Ligabue racconta a CityNow.it il suo nuovo progetto socio musicale contro la mafia
24 Gennaio 2015 - 17:48 | di Redazione

di Federica Geria –
“ ‘ll silenzio è dolo’ è nato perché nelle canzoni devi cercare di stringere due parole in una frase, in un titolo, un breve contenuto che racchiuda tutto quello che vuoi dire. Mi è venuto all’improvviso un giorno proprio pensando a quanto fosse efficace questa frase…effettivamente la mafia, l’illegalità, la camorra, trova terreno fertile nei silenzi delle persone, nei silenzi dei territori e in quelli delle istituzioni. Volevo in qualche modo cercare di far centro su questa tematica, quindi ho capito che questa sarebbe stata la miglior sintesi possibile.”
Il cantautore emiliano Marco Ligabue, fratello di Luciano, spiega così la scelta del titolo del suo brano, rivolto ad un obiettivo fortemente sociale, composto e pubblicato allo scopo di trasmettere quel coraggio che forse troppo spesso manca: il coraggio di parlare, mettere alla luce le verità, anche le più scomode, lottare contro l’omertà e denunciare una volta per tutte le associazioni mafiose, realtà nascoste ma ancora vive, che corrodono il nostro paese.
Questo progetto musicale nasce dalla collaborazione tra Marco, Lello Analfino dei Tinturia e il rapper palermitano Othelloman, che creando un perfetto trio, decidono di raccontare attraverso parole e musica la storia di Ismaele La Vardera, ragazzo di Palermo che grazie ad una sua inchiesta giornalistica sulla vicenda degli scrutinatori di Villa Abate, selezionati in occasione delle europee di Maggio, riesce a provocare le dimissioni di sindaco e assessori, e che ogni giorno denuncia abusi, episodi mafiosi, ma soprattuto mostra con orgoglio la profonda voglia di riscatto della sua regione.
Marco mi racconta quindi del suo primo incontro con Ismaele e di quanto la sua storia lo abbia colpito:
“E’ capitato tutto così: ho fatto un concerto a Palermo ad Ottobre, l’ultima tappa del mio tour…alla fine è venuto Ismaele e mi ha raccontato la sua storia: quella di un giovane inviato che denunciava imbrogli. Mi ha detto che lui e i suoi concittadini erano fin troppo stanchi del binomio Sicilia-mafia e che volevano anche raccontare di essere dei ventenni sognatori, con delle proprie passioni, con la voglia di parlare di una Sicilia diversa. Mi sono subito appassionato alla sua storia: ci siamo sentiti per 2-3 settimane e ascoltando un pò meglio la sua vicenda, quello che pensava lui, i suoi amici, i suoi colleghi, ho buttato giù una canzone. La sua storia era qualcosa che meritava di essere raccontato. Così ho ‘menato’ di getto questo ‘silenzio è dolo’.”
“Il silenzio è dolo” non è dunque un semplice brano, ma un progetto socio musicale che si propone anche come raccolta firme e come proposta di legge per rendere pubblici sequestri e confische.
A volte le parole di un brano musicale, hanno un grande potere, possono essere in grado di rompere il silenzio e magari riuscire ad aggiungere altre voci ad una protesta comune. Possono essere dunque la scintilla di un fuoco più grande:
“Una canzona da sola non fa niente ovviamente, non ce n’è una che ha mai cambiato il mondo infatti, però è l’insieme delle cose…no?!”
Mi domanda retoricamente Marco, continuando a spiegarmi il suo pensiero:
“La canzone ha un potere: ha un linguaggio talmente breve e diretto che viene amato dalla gente. Ti può fare appassionare ad un tematica molto più facilmente che un articolo di cronaca, un discorso politico o un servizio televisivo…soprattutto tra i ragazzi. In pochi minuti ti racconta un qualcosa, accompagnata da voce e melodia. Dopodichè sicuramente ci vogliono tante altre cose…ma la canzone può fare un pezzetto del puzzle per andare a togliere quel silenzio.”
Il singolo viene accompagnato da un video clip di forte impatto, girato tra Palermo e Villa Abate, dove i protagonisti mostrano l’esigenza di togliere una volta per tutte lo “scotch” dalla bocca, renderla completamente libera e poter finalmente gridare al mondo la verità, dimostrando che il silenzio non è d’oro, come direbbero i mafiosi, ma in questo caso è dolo.
Chiedo a Marco quali realtà positive ha scoperto nel suo incontro con il Sud, provenendo lui da una regione come l’Emilia, apparentemente più lontana da queste dinamiche:
“Io la Sicilia la conosco benissimo. Dai primi del ’90 ci son venuto tante volte, all’inizio con i concerti di mio fratello Luciano, ci ho suonato anche tanto con i Rio, ma pure da solo. Mi è capitato di conoscerla e da subito ho sempre avuto un’idea del Sud molto diverso: vivo, passionale, fortemente legato a certi valori, ma anche ad arte, cultura, storia… un’immagine quindi differente da quella dei telegiornali. Se uno non va mai in Sicilia, ha la sensazione che sia solo una terra di mafia. Se la approfondisci, conoscendo le persone, le città, il territorio, le realtà che ci sono, scopri che è una terra meravigliosa. Ed è proprio per questo che, quando Ismaele mi ha chiesto questo coinvolgimento, l’ho sentito molto perché io già la sua terra la conoscevo…e la Sicilia è molto di più.”
Quello di cui parla Marco ne “Il silenzio è dolo” è una realtà purtroppo ancora troppo diffusa, che va assolutamente combattuta perché “è un vero peccato che quel numero ristretto di cattive persone dia una nomea a tutte le altre, ad una intera terra, fatta di gente con passioni e talenti da esprimere”.
Grande successo dunque per il nuovo brano impegnato del rocker italiano Marco Ligabue, nato dall’intento e dalla necessità di sensibilizzare le nuove generazioni, e che diventa in brevissimo tempo virale sul web.
Alla fine della chiacchierata invito Marco a venire a trovarci presto nella nostra città di Reggio Calabria, il quale mi risponde con la semplicità e l’umiltà di poche persone “In Calabria tornerò sicuramente a suonare questa Estate…Mi ha fatto piacere l’intervista, a presto!”
“Se ogni parola ha una conseguenza, anche ogni silenzio ha una conseguenza.”