‘Ndrangheta sull’Asp, le precisazioni dell’avvocato Romeo: 'Nessuna richiesta di Coco ai Quartuccio'

Il legale dei due professionisti reggini evidenzia come i ginecologi non fossero in servizio agli Ospedali Riuniti

In relazione all’articolo pubblicato ieri sulla nostra testata dal titolo Ndrangheta sull’ASP, il ginecologo con la passione per la politica: Coco si autosospende dalla Lega, riceviamo e pubblichiamo la nota di precisazione dell’avvocato Oreste Romeo nell’interesse dei suoi assistiti – i dottori Antonino Quartuccio e Antonio Quartuccio, affermati ginecologi operanti da tanti anni sul territorio metropolitano di Reggio Calabria.

OPERAZIONE CHIRONE – LE PRECISAZIONI DELL’AVVOCATO ROMEO LEGALE DI ANTONINO E ANTONIO QUARTUCCIO

“Nel corpo dell’articolo in commento, immagino sia ripreso il capo di imputazione provvisoria di concorso esterno in associazione mafiosa formulato a carico del dott. Antonino Coco.

Nello stesso contesto viene ipotizzato un intervento che il dott. Coco avrebbe fatto all’interno degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria “sul dott. Quartuccio, ginecologo dipendente dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria”, finalizzato alla fornitura di prodotti medicali o di apparecchiature tecniche.

Non risulta specificato il nome di battesimo del dott. Quartuccio menzionato nella pubblicazione, motivo per il quale consegno a Lei, Egregio Direttore, ed ai Suoi Lettori, le puntualizzazioni che si impongono a tutela della rispettabilità dei due professionisti che assisto.

Se l’ipotesi riguarda il dott. Antonino Quartuccio, va detto che il professionista, al momento dei fatti oggetto di indagine, non aveva alcun ruolo all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria, dato il suo pensionamento, sin dall’anno 2007.

Lo stesso è a dirsi a proposito del dott. Antonio Quartuccio: il suo brevissimo servizio, prestato agli Ospedali Riuniti dal 26 aprile 2016 al 31 agosto dello stesso anno, è circostanza dimostrativa di una sua distanza, temporale e di funzioni, rispetto al contesto ipotizzato dagli organi inquirenti, fermo comunque restando che egli non ha mai ricevuto dal dott. Coco alcun tipo di richiesta.

A tutela della correttezza professionale e deontologica dei miei assistiti, rilevo, infine, di avere letto la conversazione, captata nel corso delle investigazioni, dalla quale emerge come il dott. Coco, ritenuto beneficiario, fosse addirittura all’oscuro di una presunta regalia di € 1000 della quale i due conversanti si proponevano autonomamente di omaggiarlo nel periodo natalizio”.

Avv. Oreste Romeo