Il romanzo di Lou Palanca “Ti ho vista che ridevi” diventerà un film


“Ti ho vista che ridevi” ha aperto “Drink a book” edizione settembre 2016.

Il Piccolo del politeama, il luogo in cui si è tenuta la presentazione del libro del collettivo Lou Palanca.

E proprio dal Piccolo del Politeama parte la buona notizia per il collettivo catanzarese, ieri rappresentato da Nicola Fiorita: sono stati infatti acquisiti i diritti perché “Ti ho vista che ridevi” diventi un film.

Il confronto, moderato da Nunzio Belcaro, e’ stato utile per discutere del ruolo della città in un contesto di trasformazione sociale che fa sentire forte la spinta pur non riuscendo talvolta ad esprimersi fino in fondo.

Aldo Costa, direttore generale della Fondazione Politeama e presidente del Club Service Mediterraneo e Filippo Capellupo, presidente della Proloco e del club Service Rupe Ventosa, hanno portato il loro contributo di esperienze ed idee alla discussione, tenendo saldo il principio della memoria come tassello essenziale della conoscenza ma senza per questo farne una gabbia di cui restare prigionieri.

La trama

Negli anni ‘60 un’emigrazione individuale femminile raggiunge dal Sud il territorio delle Langhe, che le contadine stanno abbandonando per trovare la propria emancipazione nelle città.

È un’emigrazione matrimoniale, che porta le “calabrotte” all’impatto con una lingua e un sistema di relazioni sociali differenti da quelli dei paesi d’origine.

Dora è costretta ad emigrare da Riace per sposare un contadino delle Langhe e lascia alle cure della sorella il figlio che non doveva nascere. Quando scoprirà la verità, Luigi si metterà alla ricerca delle origini, della propria madre, dell’autenticità della propria biografia.

Sarà un bacialé, un ruffiano che combinava questi matrimoni, il mediatore narrativo tra le pagine calabresi e i capitoli ambientati in Piemonte, dove Luigi cerca la propria madre naturale e incrocia una catena di figure femminili che da Dora conduce alla figlia, alla nipote militante No Tav e quindi ad una profuga siriana.

Un romanzo corale, nel quale ciascun personaggio attraversa la propria solitudine scoprendo il senso della sua vicenda nella relazione con l’altro. Come scrive Carlo Petrini nella Prefazione: sono sempre gli altri che ci salvano.