Ammortizzatori sociali, Consulenti del lavoro sul piede di guerra: "Non possiamo fare miracoli"

L’ordine provinciale di Reggio sposa le parole della Presidente nazionale Calderone: "Scelte inadeguate e sistema inefficiente"

“Deve essere chiaro fino in fondo che la Categoria sta facendo il possibile ma che da sola non può fare miracoli. Abbiamo la possibilità e il dovere di sottolineare le nostre necessità e individuare percorsi per migliorare la vita delle persone. E, nonostante le mille difficoltà, non arretreremo e non faremo mai mancare la nostra presenza, competenza e desiderio di essere utili in modo concreto”.

Si scaglia contro le “inefficienze del sistema” il Consiglio Provinciale dell’Ordine de Consulenti del lavoro di Reggio Calabria. Lo fa attraverso una nota diffusa dall’ufficio stampa della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che fa proprie le valutazioni offerte dalla Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone intervenuta agli Stati Generali dei Consulenti del Lavoro, in collegamento video il 1° aprile scorso con i Consigli Provinciali degli Ordini e i dirigenti di Categoria. Calderone ha infatti sottolineato le difficoltà in cui in questo momento di emergenza sanitaria ed economica da Coronavirus stanno operando i 26.000 Consulenti del Lavoro che si stanno scontrando ogni giorno, nel richiedere ammortizzatori sociali per le aziende assistite, con le inefficienze del sistema.

“Abbiamo denunciato più volte la scelta inadeguata adottata dal Governo per la gestione degli ammortizzatori con strumenti di intervento ordinari. Sarebbe bastato invece, come abbiamo più volte suggerito, creare un unico ammortizzatore sociale emergenziale

– ha dichiarato la Presidente – sottolineando che non c’è stato giorno in cui il Consiglio Nazionale dell’Ordine non sia intervenuto per denunciare le problematiche riscontrate dagli iscritti nel loro operare quotidiano a supporto dei propri clienti.

“Le diverse gestioni infatti – si legge nella nota – non aiutano i Consulenti del Lavoro che devono preoccuparsi di usare procedure e rispettare tempistiche diverse a seconda della tipologia di azienda assistita e Regione di appartenenza”.

La Presidente ha poi parlato dei rallentamenti del sito dell’Inps. “Il problema è stato quello di far passare attraverso lo stesso canale una moltitudine di soggetti, un portale che si sta rilevando non adeguato a supportare le richieste delle ultime settimane”.

Marina Calderone ha evidenziato come tali problematiche sarebbero state certamente minori in caso di richieste per un unico ammortizzatore sociale dove far confluire le domande di tutte le aziende italiane.

Non necessario poi – secondo la Presidente – l’inserimento dei sindacati nella procedura per richiedere gli ammortizzatori sociali, vista la causale emergenziale ‘Covid-19 nazionale’.

In merito all’accordo siglato nella notte del 30 marzo 2020 tra Ministero del Lavoro, Abi e parti sociali, con l’obiettivo di garantire in tempi rapidi il pagamento della cassa integrazione ai lavoratori, per la Presidente non mancano le perplessità: “dalla mole di documenti richiesti ai lavoratori alle verifiche del merito creditizio; dalla necessità talvolta di aprire un conto corrente dedicato alla possibilità di rivalsa degli istituti di credito sui lavoratori”.

Le richieste

La Categoria nel denunciare la mancanza di ascolto da parte dell’Esecutivo, soprattutto in merito a soluzioni da loro stessi prospettate,

“chiede di eliminare dalle procedure di richiesta di strumenti di integrazione salariale qualsiasi tipo di accordo o informativa sindacale, di snellire l’iter di approvazione delle domande per liquidare le somme in tempi brevi, di convocare la Conferenza Stato-Regioni per recepire medesime modalità di accoglimento delle istanze in tutte le regioni, di prevedere un piano straordinario di investimenti in economia reale e di finanziamenti in favore delle PMI e di insediare a cura del Governo una task force di specialisti che elabori sin da ora un piano di interventi, di ascoltare le categorie professionali. Infine, richiede altresì di garantire l’incolumità personale e la sicurezza dei Consulenti del Lavoro, impegnati senza sosta nelle procedure di richiesta delle integrazioni salariali e non responsabili dei ritardi e dei disguidi dello stesso”.