Reggio, colpo ai Labate. Ignazzitto e il ‘campiamo noi e lasciamo campare loro’: ‘Manca il coraggio’. E sui rom…
Il dott. Ignazzitto evidenzia i rapporti tra la comunità rom e le cosche reggine nonchè la rassegnazione di molti cittadini
13 Maggio 2025 - 12:46 | di Vincenzo Comi

Ci sono due aspetti significativi che emergono dall’operazione ‘Monastero‘ di questa mattina che ha portato all’arresto dei vertici della cosca Labate. Ad evidenziare e a porre all’attenzione della stampa le due considerazioni, il dott. Walter Ignazzitto, sostituto procuratore di Reggio Calabria.
“Da evidenziare in primis la capacità evocativa che ancora hanno alcuni nomi in determinati territori nel reggino. Nel 2025 questo dato sorprende, stupisce e rammarica. Ancora in alcuni quartieri manca il coraggio da parte degli imprenditori di denunciare, nonostante dalle intercettazioni emerga la consapevolezza che i rappresentanti delle cosche hanno paura delle denunce. Una volta non temevano le denunce, oggi invece le temono ma nonostante tutto non ci si accosta alla polizia per formulare denunce”.
Il dott. Ignazzitto evidenzia un detto che testimonia la mancanza di coraggio di molti imprenditori. Ovvero quello del ‘campiamo noi e lasciamo campare loro…’.
“Questi passaggi delle intercettazioni mettono tristezza ed evidenziano la rassegnazione di fronte alle scelte imposte dalla criminalità”.
Il dott. Ignazzitto evidenzia poi un altro argomento che emerge, ovvero la promiscuità di rapporti tra la criminalità organizzata e frange malavitose della comunità rom.
“Emerge anche in questa operazione come la criminalità organizzata, quella militare, sia venuta a patti in qualche modo con la ‘ndrangheta. Ad esempio in caso di furti da parte dei rom i cittadini spesso si rivolgono ad esponenti della criminalità e non alla polizia. Questi fatti non possono che metere tristezza”.