Caporalato di Rosarno, Perrone (Cisl): 'Un plauso alle forze dell'ordine'

L'operazione dei Carabinieri, per la prima volta, è scaturita dalla denuncia di un migrante

I carabinieri di Reggio Calabria, e gli uomini dalla Procura di Palmi, hanno messo in campo un’operazione di bonifica, per un territorio assillato dal fenomeno del caporalato. Da anni, forse decenni, la piana di Gioia Tauro convive con storie di sfruttamento del lavoro, e di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Ancora una volta l’inchiesta ha colpito una rete di caporali, composta da cittadini extracomunitari domiciliati nella baraccopoli di San Ferdinando e a Rosarno.

Un plauso dunque alle forze dell’ordine e una totale disponibilità a fare rete con tutte le forze positive del territorio per costruire una reale e compiuta integrazione sociale. Creare sinergia risulta indispensabile, in un contesto in cui, tutt’ora non è debellato un male che ha condizionato la vita e le serenità di migliaia di braccianti agricoli, che non chiedono altro che dignità. Tanto è stato fatto – grazie alla legge sul caporalato fortemente voluta dalla Cisl territoriale e nazionale – ma tanto ancora si deve fare. Occorre lavorare anche sul tessuto socio economico del territorio sensibilizzando i piccoli e medi imprenditori a garantire uno status di legalità per i lavoratori dei campi. L’inchiesta dei giorni scorsi ha fatto emergere che i braccianti extracomunitari, erano costretti a lavorare 10-12 ore al giorno, sette giorni su sette, senza alcuna protezione individuale, a 2-3 euro l’ora, sfruttati dalla rete di caporali, con la complicità di imprenditori agricoli operanti nel settore della raccolta e vendita di agrumi nella piana di Gioia Tauro.

L’inchiesta della Procura di Palmi ha però evidenziato un fatto nuovo che lascia trasparire un barlume di speranza: l’operazione dei Carabinieri, per la prima volta, è scaturita dalla denuncia di un migrante che ha trovato la forza di denunciare i suoi sfruttatori. Un plauso dunque al lavoro certosino degli organi inquirenti e soprattutto grazie al coraggio del giovane lavoratore, che ha permesso ad altri uomini e donne di scampare alla morsa dello sfruttamento e della paura.