Noto imprenditore reggino si incatena al Cedir: 'Mi hanno lasciato con 300 euro' - FOTO

Aveva due ristoranti, due pizzerie ed un albergo. Prima arrestato, poi scarcerato ed infine assolto. Ma adesso non ha più nulla

E’ in piedi da questa mattina incatenato ad un cestino dell’immondizia accanto alla torre 3 al Cedir di Reggio Calabria.

Davanti a lui un gruppo di agenti della Polizia e uomini dell’Arma. La sua azione di protesta è però molto pacifica e ciò che chiede è solo giustizia.

“Mi hanno arrestato nel 2010 con l’accusa di associazione a delinquere. Dopo 20 giorni però sono uscito dal carcere per assenza di gravi indizi. In automatico, con l’associazione, in Italia scatta il sequestro dei beni. Avevo due ristoranti, due pizzerie ed un albergo. Una mattina sono arrivati e mi hanno sequestrato tutto lasciandomi con 372 euro in tasca e mi hanno detto ‘da ora partirete con questi”.

Da lì inizia il calvario per Quattrone Francesco Gregorio, imprenditore di Gallina e titolare di Arca di Joli, Luxury, Albergo Arca e Unicità . Dal 2010 al 2015 si celebrano i tre gradi di giudizio con il sequestro dei beni definitivi. L’imprenditore reggino intanto veniva assolto.

“Non avendo più disponibilità economiche non mi sono potuto permettere una difesa all’altezza. A Roma il 25 maggio, dopo la richiesta di revisione del processo, mi rigettano la richiesta di restituzione dei beni. Nessuno adesso mi sa dire che cosa posso fare. Sto cercando un giudice o un avvocato “.

Nel manifesto accanto a lui si legge:

“Sono un imprenditore stritolato e depredato dalla vostra morsa di potere ingiusto. Nel 2010 mi avete arrestato con misura cautelare 416-bis. Dopo 20 giorni il Tribunale della Libertà annulla l’ordinanza ma in automatico fate scattare il sequestro di tutti i beni in mio possesso. Frutto del lavoro di 50 anni. Intanto nei tre gradi di giudizio mi confermate la confisca di tutto nel 2015. Nel 2020 si conclude il processo con l’assoluzione perchè il fatto non sussiste. Chiediamo la revisione del processo e la Cassazione il 25 maggio 2022 rigetta lasciandoci nudi dei nostri sacrifici. Chiedo e vorrei giusta giustizia”.