Lucano (ri)apre le porte di Riace e accoglie i sopravvissuti di Gaza: ‘Grazie per non averci dimenticato’

"Chi rimane indifferente è complice" l'appello del sindaco all'UE. Attesi più di venti palestinesi

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Gaza è un cumulo di macerie. Case rase al suolo, bambini sepolti, ospedali distrutti, fame e sete usati come armi. Da oltre un anno, la popolazione palestinese vive sotto l’assedio costante dell’esercito israeliano. Più di 55 mila civili uccisi, un’intera terra strappata all’umanità sotto gli occhi del mondo.

In questo scenario drammatico, fatto di silenzi internazionali e promesse mancate, arriva una notizia da Riace, piccolo borgo in provincia di Reggio Calabria, che non smette di credere nell’accoglienza.

Il sindaco ed europarlamentare Mimmo Lucano ha deciso di aprire le porte del paese ai rifugiati. Attesi, nei prossimi giorni, più di venti palestinesi in fuga dall’inferno di Gaza.

Riace, di nuovo esempio

Lucano riporta Riace al centro di una visione del mondo dove l’ospitalità non è un favore, ma un dovere morale. Non a caso, lo scorso 18 giugno, l’europarlamentare ha pronunciato un discorso duro, rivolto direttamente alle istituzioni europee:

“Chi rimane indifferente davanti a un genocidio è complice.

Di fronte alla distruzione sistematica del popolo palestinese, le nostre istituzioni hanno voltato lo sguardo, coperto gli occhi, tappato le orecchie. Qui, in quest’aula – ha aggiunto, nella sede del parlamento europeo – il silenzio è assordante.

Avete legittimato la violenza coloniale con l’alibi della sicurezza di Israele. Ma quale sicurezza può giustificare l’uccisione di oltre 55 mila civili, la fame usata come arma? Israele ha superato ogni linea rossa, ha calpestato ogni principio di umanità. Eppure le porte dell’Unione Europea restano aperte, gli accordi in vigore, le forniture militari continuano.

Perché? Perché siete complici? Ursula von der Leyen, complice. Kaja Callas, complice. Questo Parlamento, complice. Allora diciamolo apertamente. L’Unione Europea ha fallito. È diventata garante dell’impunità israeliana, complice di un genocidio indiretto. E proprio per questo, chiedo che ciò che avrebbe dovuto essere fatto da mesi, sanzioni immediate contro lo Stato di Israele, sospensione dell’accordo di associazione. Libertà per il popolo palestinese”.

Il messaggio da Gaza

Il gesto di Riace non è passato inosservato e un messaggio di ringraziamento è arrivato direttamente da Gaza, in una missiva indirizzata al sindaco:

“Caro Mimmo, ieri Leen mi ha detto che suo fratello Fadi, con la sua famiglia, intrappolati nell’inferno di Gaza, ti ringrazia di cuore e prega per te. Leen mi raccontava della gioia del fratello di sapere che, dall’altra sponda del Mediterraneo, c’è chi pensa al popolo di Gaza e che questo sentire é già per lui una enorme speranza nell’ umanità.

Leen ha cercato per molto tempo di non raccontare tutto il lavoro che stiamo facendo qui, per non dare false speranze ai familiari sotto l’assedio delle bombe, della fame e della sete, perché non voleva deluderli, ma ora si era fatta coraggio e ha voluto accendere nei suoi familiari la speranza di poter uscire da Gaza, perché temeva che venissero inghiottiti dalla perdita di ogni riferimento umano.

“Fadi, in quel braccio dell’inferno, prega per te e ringrazia di non averli dimenticati (lui, la sua famiglia, le altre persone) ed io mi associo a questa preghiera con speranza”.

In un mondo che chiude porti, alza muri, scaglia missili e bombe radendo al suolo intere civiltà, Riace torna ad aprire. E lo fa nel momento più buio. Non con proclami, ma con i fatti. Perché – ancora una volta – sono i gesti a fare la differenza.