Ritorno delle Province, il piano del Governo Meloni e le ripercussioni su Reggio Calabria
Province di nuovo operative entro il 2026? Il governo lavora a una riforma organica per restituire autonomia e competenze agli enti locali ma c'è il nodo delle risorse economiche
29 Gennaio 2025 - 11:50 | di Pasquale Romano

Possibile un ritorno in tempi brevi delle vecchie Province? Il Governo Meloni sta lavorando da mesi al ripristino delle Province come enti di primo livello, con l’obiettivo di reintrodurre l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali, cancellata dalla legge Delrio del 2014.
La riforma Delrio aveva trasformato le Province in enti di secondo livello, privandole di autonomia e assegnando molte delle loro competenze a Regioni e Comuni.
La proposta avanzata dal deputato leghista Alberto Stefani ha ottenuto il sostegno dell’intero centrodestra e di una parte dell’opposizione, ma il governo preferisce muoversi con prudenza, optando per una riforma organica che non ripeta gli errori del passato.
Uno dei principali ostacoli è quello delle risorse economiche: per rendere le Province nuovamente operative, sarà necessario reperire fondi adeguati. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) avrà un ruolo cruciale nel valutare la sostenibilità finanziaria del progetto.
Dibattito politico e roadmap della riforma
Nonostante il consenso quasi unanime sulla necessità di superare la legge Delrio, il Movimento 5 Stelle rimane contrario, considerandola un’operazione inutile e uno spreco di risorse pubbliche per creare nuove poltrone politiche. Va ricordato che il taglio delle Province aveva permesso un risparmio di 52 milioni di euro all’anno, una cifra che ora dovrà essere recuperata per la loro ricostituzione.
La riforma si sviluppa su due fronti legislativi: da una parte, la proposta in discussione presso la Commissione Affari Istituzionali, dall’altra, la revisione del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel), che regolamenta anche il funzionamento di Comuni e Città Metropolitane.
La seconda opzione, ovvero la revisione del Tuel, richiederà più tempo ma offrirà una maggiore stabilità normativa. L’obiettivo del governo è quello di approvare la riforma entro il primo semestre del 2025, mentre le risorse economiche verranno previste nella Manovra 2026.
Le Province torneranno con più autonomia?
La nuova riforma mira a restituire alle Province autonomia amministrativa, garantendo il ritorno dell’elezione diretta e una chiara ridefinizione delle competenze, in particolare nei settori di infrastrutture, edilizia scolastica e tutela ambientale.
Per sostenere le Province dal punto di vista finanziario, si sta valutando la possibilità di lasciare loro alcune entrate fiscali, come quelle derivate dalla tassa RC Auto e dall’imposta di trascrizione, così da rendere questi enti più autonomi dal punto di vista economico.
Un altro elemento fondamentale della riforma sarà il Testo Unico degli Enti Locali (Tuel), un documento che, con oltre vent’anni di vita e più di 1.000 modifiche, necessita di un aggiornamento completo. Il governo punta a coinvolgere la Conferenza Stato-Regioni per chiarire le deleghe e le competenze degli enti locali, evitando di ripetere l’esperienza negativa della legge Delrio.
Cosa cambia per Reggio Calabria?
Questa riforma ha un impatto diretto su Reggio Calabria, una delle dieci Città Metropolitane istituite dalla legge Delrio. Attualmente, la Città Metropolitana è amministrata da un sindaco metropolitano, scelto tra gli eletti locali. Con il ritorno delle Province, si potrebbe tornare a votare direttamente il presidente della Provincia, ripristinando una maggiore autonomia amministrativa e politica.
Se la riforma venisse approvata nei tempi previsti, Reggio Calabria si troverebbe a gestire una transizione importante, con una ridefinizione delle competenze tra Comune, Provincia e Regione, che dovrebbe portare a una riduzione delle attuali sovrapposizioni burocratiche. Inoltre, si potrebbero ottenere nuovi fondi dedicati per la gestione delle scuole, delle infrastrutture stradali e della tutela ambientale, ambiti che oggi soffrono di carenze strutturali e risorse limitate.
Se il governo riuscirà a trovare le risorse necessarie e a definire un quadro normativo chiaro, il ripristino delle Province potrebbe diventare realtà già entro il 2026. Tuttavia, restano da superare ostacoli economici e politici che potrebbero rallentare l’iter legislativo.
Nel caso in cui la riforma venisse approvata entro i tempi previsti, le prime nuove elezioni provinciali potrebbero tenersi nella primavera del 2026, segnando una svolta amministrativa per molte aree del Paese, Reggio Calabria inclusa.
