I primi verbali del pentito Seby Vecchio: 'Scopelliti vicino ai De Stefano? Lo sanno anche all'asilo'

'Modello Reggio? Modello di cartone...' le prime parole di Seby Vecchio che racconta il ruolo di Alberto Sarra e il sistema progettato

«Gli interessi… parliamo sempre dei dati economici, degli appalti, soldi, dove .. posti di lavoro, tutto quello che la politica può fornire»: nei primi frammenti delle dichiarazioni che l’ex consigliere comunale Seby Vecchio sta rilasciando ai magistrati della distrettuale antimafia reggina – gli stessi che lo hanno arrestato una manciata di mesi addietro nell’ambito dell’indagine Pedigree 2 – vengono fuori dinamiche incancrenite e accordi indicibili tra la politica del “modello Reggio” di Peppe Scopelliti e il crimine organizzato reggino.

E dalle carte – mutilate, per ora,  da pagine e pagine di “omissis” – spunta fuori uno spaccato amaro di quella che è stata la politica nella città dello Stretto, ai tempi del sindaco “più amato d’Italia”.

«I De Stefano erano vicino a Peppe e lo si sa, lo sanno pure ormai i ragazzi dell’asilo. Ma c’è stato un momento che è stato fischiato in un pubblico comizio Peppe Scopelliti, .. forse gli hanno tirato un pochettino le orecchie anche l’altro schieramento, cioè i Condello».

La situazione sulla piazza di Reggio restava sempre incandescente e, racconta ancora il neo collaboratore di giustizia che in quelle amministrazioni ha rivestito sempre un ruolo di primo piano, a volte poteva capitare che gli altri schieramenti criminali si facessero avanti reclamando la propria parte:

«Gli hanno sparato il camion – dice ancora il collaboratore riferendosi alla serie di attentati subiti dai mezzi della Leonia, l’azienda partecipata dal Comune che si occupava della raccolta dei rifiuti – hanno fatto qualche piccolo danno, che per chi non sa non si riusciva a capire, però Mimmo mi confermava invece che era tutto in virtù di questa spartizione economica da parte di Scopelliti troppo verso i De Stefano e non a parificazione con le altre famiglie di un certo peso».

IL RUOLO DI SARRA

Nel racconto dell’ex poliziotto Seby Vecchio, l’ex Governatore Scopelliti non è l’unico politico che salta fuori. Un ruolo importante nei rapporti con la ‘ndrangheta lo avrebbe rivestito anche Alberto Sarra, ex sottosegretario nel governo regionale che «faceva da equilibrio» tra i casati di ‘ndrangheta, presenziando a incontri con pezzi importanti della criminalità organizzata, come nel caso della riunione, in aperta campagna a Roma, con il boss Paolo Martino con in quale avrebbe dovuto discutere su come «aggiustare le cose a Reggio Calabria» perché Scopelliti «deve darsi una regolata» perché «dà troppo verso i De Stefano.

Un giorno abbiamo preso un taxi e siamo andati su una collinetta – racconta ancora Vecchio ai magistrazi Stefano Musolino e Walter IgnazittoAlberto scese e io e Mimmo Morabito abbiamo aspettato fuori… è passato un signore e Mimmo mi ha detto: ‘Sai chi è quello?’. Io, sinceramente dissi: ‘No, non so chi è’, ed era Paolo Martino. Non lo conoscevo – prosegue Vecchio – lui mi spiegò la figura carismatica, ‘ndranghetistica di Paolo Martino».

IL MODELLO DI CARTONE

«Altro che modello Reggio, era un modello di cartone».

Arrivano taglienti le dichiarazioni dell’ex politico Seby Vecchio che nella ricostruzione fatta ai magistrati reggini, riavvolge il nastro della memoria al tempo in cui si sprecavano le lodi per il decantato “modello” progettato da Peppe Scopelliti. Modello che più che granitico, in realtà sarebbe stato “bicefalo” con una testa Sarriana e una formata dal “cerchio magico” scopellitiano: «La mia presenza in giunta non era così forte da poter gestire Scopelliti, eppure Sarra sicuramente se ne è accorto, gliel’ho fatto capire. Cioè ci sedevamo qualcuno ogni tanto dei suoi, del cerchio magico faceva qualche parte, ma non c’era considerazione, era già tutto fatto, preconfezionato e via, se volevi era così sennò era lo stesso, o te ne andavi a casa».

Seby Vecchio ha saltato il fosso e, dall’alto delle sue conoscenze dirette, potrebbe provocare un vero e proprio terremoto politico-giudiziario con le sue dichiarazioni. I primi scossoni sono arrivati adesso altri, c’è da crederci, ne seguiranno.