The Hateful Eight: il nuovo Tarantino tra thriller e paranoia


di Antonello Diano – Wyoming (USA), la Guerra Civile è finita da qualche anno e 8 sconosciuti tutti diretti a Red Rock, si trovano bloccati in un emporio, tallonati da un’incredibile tormenta. Ma tra di loro alcuni non sono chi dicono di essere…

È questa la base di partenza del nuovo film di Tarantino “THE HATEFUL EIGHT”, l’ottavo film della carriera del regista che segna una nuova collaborazione con il grande Compositore Italiano ENNIO MORRICONE, dopo Django Unchained. Il cast è formato da gli attori feticcio di Tarantino: Kurt Russel, Samuel Jackson, Tim Roth, Walton Goggins e Michael Madsen a cui si aggiungono Bruce Dern, Jennifer Jason Leigh e Channing Tatum.

Il film nonostante abbia le premesse di essere un western, è un thriller vero e proprio. La scelta di girarlo 70 mm glorifica Tarantino, portandolo nell’olimpo dei registi che ancora girano in pellicola (Steven Spielberg, Cristopher Nolan, J.J. Abrams) e rendendolo un capolavoro visivo, soprattutto nelle riprese panoramiche di intermezzo che ci immergono nella natura selvaggia ed innevata del Colorado. Lo sviluppo della trama all’inizio è un po’ lento, quasi a volerti coinvolgerti nella paranoia e nella paura dei protagonisti: Kurt Russel è un cacciatore di taglie che – accompagnato solamente dal suo cocchiere (James Parks) – sta portando la criminale Daisy Domergue a Red Rock dove verrà impiccata.

Durante il suo percorso in diligenza incontra un altro cacciatore di taglie (Samuel Jackson) ed il nuovo sceriffo della città (Walton Goggins) desiderosi di un passaggio. Con la neve e la tempesta alle calcagna, i protagonisti si fermano all’emporio di Minnie dove altri quattro personaggi si fermeranno insieme a loro per i giorni successivi: un boia (Tim Roth), un ex generale sudista (Bruce Dern), il custode della baita (Demiàn Bichir) ed un cowboy (Michael Madsen).

L’arco della storia si svilupperà attorno ai rapporti tra questi 8 personaggi, il loro passato, la mancanza di fiducia e la paura di venire uccisi.

L’interazione tra i personaggi è da grandi attori, le loro storie ti avvolgono e coinvolgono, grazie all’ottima tecnica registica di Tarantino che gioca molto con la profondità di campo, sia grazie alla bravura degli attori e alle loro mimiche facciali. Come di consuetudine nei film di Tarantino non mancheranno colpi di scena e sangue a litri, il tutto accompagnato dalle eccezionali musiche di Morricone, che ha sviluppato il tema principale del film e ha utilizzato alcune sue colonne sonore precedenti di altri film, tra cui quelle scartate per il film “LA COSA” di John Carpenter. Ed è proprio grazie al film del Maestro dell’Orrore che è nato questo film.

Quentin Tarantino con il suo THE HATEFUL EIGHT ha voluto rendere omaggio al capolavoro di John Carpenter. Il film è quasi un suo riadattamento in chiave western. In “LA COSA” i protagonisti erano degli scienziati bloccati in Antartide in un avamposto scientifico. Scienziati che inizieranno a non fidarsi tra di loro dopo la scoperta di un cadavere alieno, che, risvegliatosi assume le identità dei vari protagonisti uccidendoli, seminando paranoia e mancanza di fiducia su chi è veramente chi. E non è un caso se il protagonista principale de LA COSA è proprio Kurt Russel. Tarantino stesso ha espresso che realizzando questo film ha voluto metabolizzare come si è sentito appena uscito dalla visione de “LA COSA” al cinema, rifacendosi anche alle atmosfere del suo “LE IENE”.

Inoltre, l’unico film che è stato fatto vedere al cast prima del ciak è stato appunto “LA COSA” di Carpenter. Il film dimostra l’evoluzione cinematografica di Tarantino, che riesce a sviluppare un film forse inferiore rispetto al Tarantino a cui siamo abituati ma che dimostra come il regista sappia sviluppare idee nuove sfociando anche nel thriller a tinte western. Piccola curiosità: durante una scena dove Kurt Russel distrugge una chitarra, il ciak si sarebbe dovuto fermare prima che l’attore la distruggesse per sostituirla con una replica. L’attore non fu avvisato né fermato in tempo e la scena è la ripresa reale di Kurt Russell che distrugge una storica chitarra Martin di 150 anni (ovviamente risarcita per intero).