Sabato sera e la movida reggina si 'spegne'. Non è un paese per giovani?

di Pasquale Romano - Reggio Calabria, 18 giugno 20

di Pasquale Romano – Reggio Calabria, 18 giugno 2016. Migliaia di ragazzi, sparpagliati nei diversi stabilimenti balneari presenti sul Lungomare, trascorrono un sabato sera all’insegna del divertimento. Presenti decine di giovani stranieri, il turismo fortemente invocato da imprenditori e amministrazione comunale trova una concreta rappresentazione. Improvvisamente, la musica si ferma. L’orologio segna l’1.40.

La visita della Polizia di Stato, dopo un dialogo con i proprietari dei diversi stabilimenti, impone di chiudere immediatamente le danze, in nome di una ordinanza che parla chiaro. Non è un mistero infatti che, documenti comunali alla mano, nei weekend di giugno all’1.30 si debba spegnere la musica.

Ciò nonostante, stupore e delusione sono palpabili nell’aria. Sia nei proprietari degli stabilimenti, che raramente di sabato sera avevano ricevuto visite dalla precisione svizzera, sia nei ragazzi costretti malvolentieri a rincasare anzitempo. La movida reggina si spegne cosi, in un silenzio improvviso rotto da qualche coro dei giovani reggini, “sabato prossimo andiamo tutti a Taormina“.

Doveroso ricordare cosa prevede, nel dettaglio, l’ordinanza emessa nel giugno 2013 dai prefetti Panico, Castaldo e La Paglia.

Qualsiasi tipo di musica o emissione sonora nei pubblici esercizi deve cessare:

nei locali notturni (discoteche, night-club, sale da ballo), collocati fuori dal centro abitato o fuori dalle aree urbane ad alta densità abitativa e residenziale:
alle ore 04.00;

negli stabilimenti balneari (che siano in possesso delle autorizzazioni comunali previste dagli artt.68 e 80 del TULPS);
nei mesi di maggio e giugno, da lunedì a giovedì, alle ore 01.00, da venerdì a domenica e tutte le giornate festive e prefestive alle ore 01.30;
nei mesi di luglio, agosto e fino al 15 settembre, da lunedì a giovedì, alle ore 1.30, da venerdì a domenica e tutte le giornate festive e prefestive alle ore 02.30;
dal 15 settembre al 31 ottobre, da lunedì a giovedì, alle ore 1.00, da venerdì a domenica e tutte le giornate festive e prefestive alle ore 01.30;

Fondamentale la distinzione tra ‘discoteca’ e ‘stabilimento balneare’, questi ultimi attrattiva principale (se non unica) dei giovani reggini che cercano intrattenimento nelle serate estive. Spesso ‘confusi’ per discoteche, gli stabilimenti balneari in realtà hanno parametri, criteri e regole differenti da seguire.

L’amministrazione comunale e il sindaco Falcomatà altri due ‘must’ invocati con disappunto ieri notte dai clienti degli stabilimenti balneari, delusi per una serata interrottasi a loro dire sul più bello. Giusto precisare però che il Comune nulla ha a che fare con le decisioni e le visite della Polizia di Stato negli stabilimenti balneari. Probabile che, ieri notte, diversi privati cittadini abbiano chiamato al 113 lamentando fastidio per la musica alta proveniente dal lungomare. Agli ufficiali di stato non è rimasto che presentarsi al cospetto dei proprietari dei lidi e (fatto presente che era trascorso qualche minuto dalle fatidiche 1.30) invitare allo spegnimento della musica.

‘Che qualcuno si facesse furbo e costruisse una vera discoteca nelle vicinanze del lungomare. Risolverebbe il problema e farebbe il boom di clienti’, il pensiero che sembra filtrare da Palazzo San Giorgio, impotente rispetto alle ordinanze che regolano gli orari negli stabilimenti balneari anche nel resto d’Italia con orari del tutto simili.

Da un lato le leggi dello Stato e la comprensibile voglia di quiete dei cittadini residenti nel perimetro del lungomare, dall’altro la voglia di divertimento di giovani reggini e turisti, che si coniuga con le esigenze imprenditoriali dei proprietari degli stabilimenti balneari.

Quali le possibili soluzioni per ‘mediare’ e trovare un punto d’incontro ? Probabile che le parti, amministrazione comunale e imprenditori, si siedano ad un tavolo di dialogo e confronto nei prossimi giorni. C’è la reciproca volontà di trovare una soluzione, una possibile è quella di modificare un punto dell’ordinanza commissariale, anticipando la data (al 1 o al 15 giugno, invece del 1 luglio come previsto sino a oggi) che permette nei weekend di spegnere la musica alle 2.30. Impossibile pensare invece a proroghe sull’orario, il limite delle 2.30 è infatti inderogabile.

Se Reggio Calabria vuole essere una città che punta sul turismo e spera di attrarre i giovani italiani e stranieri, non serve obbligatoriamente tenere aperti gli stabilimenti balneari sino al mattino. Si tratterebbe di un alibi o poco più, per giustificare altre deficienze o lacune. E’ però auspicabile, oltre che doveroso se si vuole proporre un’offerta di intrattenimento adeguata, che di sabato (all’1.40) il lungomare non venga improvvisamente ‘silenziato’. A far rumore ieri è stata la delusione di una città che non vuole sentirsi vecchia…