Reggio, uccide gemelli appena partoriti: ragazza risponde al Gip

La giovane indagata per la morte dei neonati ha risposto ai magistrati. Si attendono le perizie della difesa

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È durato circa un’ora e mezza, durante le quali ha risposto alle domande, l’interrogatorio di garanzia della ragazza di 25 anni finita ai domiciliari la settimana scorsa con l’accusa di avere soffocato, nel luglio 2024, dei due gemelli appena partoriti.

La ricostruzione della Procura

Stando alla ricostruzione della Procura, diretta da Giuseppe Borrelli, e della squadra mobile, l’arrestata li ha soffocati e nascosti in un armadio prima di andare in ospedale a causa di un’emorragia post partum.

Qualche giorno dopo, i due corpi sono stati poi trovati dalla madre della ragazza che ha avvertito la polizia e fatto partire l’inchiesta.

Accompagnata dagli avvocati Carlo Morace e Giuseppina Quattrone, l’indagata si è presentata al Cedir dove – hanno riferito i legali – ha risposto a tutte le domande poste dal gip Claudio Treglia e dal pm Chiara Greco che ha coordinato le indagini.

Le dichiarazioni della difesa

Al termine dell’interrogatorio, i legali hanno evidenziato che “la Procura della Repubblica ha adottato massime cautele per evitare diffusione di notizie e la divulgazione dell’ordinanza di custodia cautelare come previsto dalla legge. Questo è interesse della difesa, di tutelare in questo momento la serenità della ragazza che ha enormi fragilità”.

“La ragazza – hanno affermato i suoi difensori – ha risposto a tutte le domande che le sono state poste dal giudice, dal pubblico mistero e dagli avvocati sulle cause del decesso dei feti che sono stati rinvenuti, sulla ricostruzione dei fatti, sulla capacità di intendere e di volere al momento del fatto.
Adesso si faranno le perizie anche da parte della difesa in prospettiva del processo”.

Un’indagine più ampia: sospetti su un precedente caso del 2022

La ragazza è indagata anche per l’omicidio di un altro figlio che avrebbe ucciso appena nato nel 2022. Ricerche del corpicino sono state condotte nel giardino dell’abitazione dove la ragazza vive con i genitori ma, a quanto si è appreso, senza esito.