Ponte sullo Stretto, nuovo stop dalla Corte dei Conti. Salvini: ‘Nessuna sorpresa’
La Corte non ha ammesso al visto il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero dei Trasporti e la Stretto di Messina Spa
17 Novembre 2025 - 17:44 | Redazione

Un nuovo stop dalla Corte dei Conti al Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo il primo, che ha negato il visto di legittimità sulla delibera Cipess a fine ottobre, è arrivato un altro blocco dalla magistratura contabile, che non ha concesso il visto di legittimità al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero dei Trasporti e delle Insfrastrutture (Mit) e la Stretto di Messina Spa.
La decisione della Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei Conti, che verrà motivata entra un mese (e sono attese, ancora, le motivazioni del primo stop), è arrivata dopo la riunione del 17 novembre.
Stop al terzo atto aggiuntivo della convenzione Mit-Stretto spa
In particolare, la Corte dei Conti ha negato la legittimità del decreto interministeriale (il n.190 del primo agosto) fra il Mit e il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) «ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria” approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Mit e la società Stretto di Messina spa».
Salvini non è sorpreso
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, però, non è sorpreso. «È l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso».
Proprio quello che ha sottolineato anche il Mit con una nota. Lo stop è arrivato dopo una discussione in cui «è emerso – si legge – il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna. Il Ministero rimane fiducioso sulla prosecuzione dell’iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte».
