“Angeli e Demoni” di Dan Brown: un’opera tra storia, arte, scienza e religione
14 Giugno 2015 - 09:00 | di Federica Geria

di Eva Curatola – “Angeli e Demoni” è il primo romanzo di Dan Brown che ha per protagonista il professor Robert Langdon, docente di simbologia religiosa ad Harvard.
A Langdon viene affidato il compito di risolvere il mistero legato all’assassinio di Leonardo Vetra, uno scienziato, sul cui cadavere è stato ritrovato marchiato a fuoco un ambigramma (il simbolo degli Illuminati). Intanto a Roma da poche settimane è venuto a mancare il Papa e si sta per aprire il Conclave per l’elezione del nuovo pontefice. A poche ore dall’inizio dell’evento risultano però dispersi i quattro cardinali papabili. Langdon e Vittoria (figlia dello scienziato) avranno solo 24h di tempo per risolvere il caso di omicidio e per ritrovare i cardinali, l’intera città è infatti minacciata da un’arma più potente della bomba atomica, l’antimateria.
Già dalla trama del romanzo emerge una notevole quantità di riferimenti storici, artistici, scientifici e religiosi, che fanno di Brown uno degli scrittori più discussi dei nostri giorni; tali riferimenti sono infatti un invito a nozze per critici e studiosi. Lo stesso autore ha favorito l’accanimento nei confronti dei suoi romanzi, affermando che le trame rispecchiano perfettamente la realtà; la sua è stata una mossa davvero saggia, perché, come si suol dire, nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli.
Ciò che spinge però il lettore a leggere un’opera di Brown, oltre le ambientazioni, scelte con una cura che potremmo definire quasi maniacale, e la trama, perfettamente costruita per far rimanere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina, è la spasmodica ricerca della verità.
Non si tratta della solita disputa fra Stato e Chiesa, ma di una lettura stimolante, un po’ romanzata forse, che mette però in moto il cervello del lettore, che ad ogni pagina raccoglie indizi e cerca di formulare ipotesi, come se si trovasse al centro della scena.
