Le riflessioni di Carmine Abate ai Caffe letterari, presentato 'l'albero della fortuna'

Grande successo per l'appuntamento targato Rhegium Julii, l'ospite è stato il vincitore del Premio Campiello 2012

Un altro appuntamento per i Caffe letterari, protagonista un autore di grande successo: Carmine Abate. Presentata l’ultima opera dello scrittore calabrese.

Dopo i consueti saluti del Presidente del circolo del tennis “Rocco Polimeni” Igino Postorino, hanno aperto l’evento Giuseppe Bova per il Rhegium Julii ed il generale Rosario Lofaro per il Rotary Club.

Teresa Scordino, Gerardo Pontecorvo e Rosellina Falduto hanno interagito con Abate: natura, luoghi della memoria, tipologie di flussi migratori. Sono stati numerosi ed interessanti gli argomenti trattati. Due i concetti chiave in merito all’emigrazione ed all’identità: è necessario ‘vivere per addizione’, ovvero quando si abita in diverse realtà territoriali, spesso non per scelta, secondo Abate, bisogna trarre il meglio da tutte le esperienze, quindi ‘addizionando’ gli eventi, gli incontri, i contatti.

Ed in tal senso è necessario creare fortuna con le proprie mani. Ogni area del nostro paese offre opportunità, compresa la Calabria, bisogna carpirne i lati migliori, coltivare e far crescere iniziative così da poter cogliere i frutti.

Partendo dall’albero – ha affermato Abate – ho raccontato una storia di formazione, in sintonia con la collana, che si chiama ‘Il bosco degli scrittori’.È stato affidato a diversi scrittori italiani il compito di raccontare il proprio mondo attraverso un albero ed io ho scelto il mio albero del cuore: il fico. L’albero del fico è straordinario. Fruttifica due volte all’anno e fin da quando ero bambino mi piaceva perché è una pianta tenace, che resiste all’insensatezza degli uomini. È il simbolo della natura che resiste’.