Autobomba di Limbadi, in manette i presunti killer

In manette anche "l'ingegnere" Pantaleone Mancuso

Si è chiuso il cerchio attorno all’autobomba che il nove aprile del 2018 uccise sul colpo Matteo Vinci ferendo in modo grave il padre Francesco, a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Dopo gli arresti dei mandanti tra le file dei potentissimi Mancuso, oggi i carabinieri del Ros centrale e la distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno arrestato i due presunti autori materiali dell’eclatante omicidio: sono Antonio Criniti e Filippo De Marco, di 30 e 40 anni entrambi di Soriano Calabro.

I due, secondo le ricostruzioni degli investigatori avrebbero costruito e piazzato l’ordigno artigianale con il quale fecero esplodere l’auto su cui viaggiava la vittima, per ripianare un debito di droga nei confronti dei Mancuso di cui erano debitori. In manette oltre ai presunti assassini –in galera con le accuse di omicidio, tentato omicidio, traffico di droga e porto di esplosivi– sono finiti uno dei boss storici della locale di Limbadi, Pantaleone Mancuso (detto l’ingegnere) e sua sorella Rosaria.

Foto: Repubblica