Bagnara, nasce il progetto “DI.RE. digital research …e non solo”

Non basta più proteggere i giovani online, occorre diffondere una cultura digitale tra i giovani e i loro genitori per aiutarli a proteggersi e navigare in maniera responsabile

Non basta più proteggere i giovani online, occorre diffondere una cultura digitale tra i giovani e i loro genitori per aiutarli a proteggersi e navigare in maniera responsabile. La ridotta attenzione dei contenuti internet verso il target adolescenti, la naturale curiosità dei ragazzi nello scoprire i più diversi contenuti del mondo web e la poca consapevolezza nell’utilizzo dei più importanti strumenti del web, sono tutti fattori che producono un deficit di sicurezza nel loro utilizzo da parte degli utenti più giovani e spesso più fragili.

In aggiunta, va rilevata la non facile relazione tra figli e genitori nell’ambito del “monitoraggio parentale” sull’utilizzo internet: solo un adolescente su quattro, infatti, parla con i propri genitori di internet e di nuove tecnologie e un genitore su cinque conosce poco o niente delle attività dei figli nel ’mondo virtuale’.

Nasce così il progetto “DI.RE. digital research …e non solo” voluto dalla Coop. Cisme e sostenuto dal Corecom rivolto agli studenti della scuola superiore “E. Fermi” di Bagnara Calabra, guidata dalla dirigente professoressa Graziella Ramondino, perché la scuola può implementare il proprio ruolo educante coinvolgendo i giovani in un percorso che li aiuti ad essere responsabili dello strumento che hanno per le mani.

QUANDO

Il progetto, che prenderà il via il 6 marzo con il primo laboratorio, e si concluderà entro aprile, nasce dalla consapevolezza che anche la scuola oggi, è chiamata ad assumere un ruolo guida di fronte alla continua evoluzione tecnologica. In questo contesto si sottolinea la necessità di una didattica attenta a valorizzare la personalità di ciascuno, fornendo gli strumenti necessari per un utilizzo consapevole e responsabile di internet e del web.

“Il progetto “DI.RE. digital research …e non solo” ha come finalità – spiega Daniela Rossi, presidente della Cisme  – quello di prevenire e contrastare qualsiasi forma di discriminazione e prevaricazione, di fornire strumenti adeguati per un uso consapevole e infine giungere ad un dibattito costruttivo con gli studenti. I laboratori permetteranno, fra l’altro, l’analisi della reputazione, dalle sue definizioni alle modificazioni che essa ha subìto con il prepotente avvento di Internet e dei network sociali, fino ad arrivare al tema fortemente controverso, ma di grande attualità, sull’effettiva possibilità di ottenere misurazioni esaustive ed attendibili della web reputation. Internet (in particolar modo, il web 4.0 e i social network) ha aperto nuove strade e nuovi percorsi di interazione sociale, che ci hanno costretti a rinegoziare molti aspetti delle nostre vite: le relazioni, la comunicazione, le amicizie e la ricerca del lavoro. A tale proposito, la Discriminazione Digitale può essere definita come la rappresentazione di contenuti e atteggiamenti discriminatori tramite mezzi digitali. La persona che viene attaccata infatti ha spesso con sé il telefono cellulare da cui può accedere al web o usa il computer a casa e, di conseguenza, i messaggi aggressivi raggiungono immediatamente il destinatario anche all’interno del proprio spazio privato online. Per questo è fondamentale comprendere meglio come comportarci online, per evitare di ferire gli altri inconsapevolmente, nonché imparare a proteggere gli altri e noi stessi da attacchi discriminatori attraverso l’uso del web e/o social network. I social network sul web rappresentano uno strumento importante per le persone, poiché aiutano a comunicare al di là delle barriere fisiche e in modo molto veloce. Quello che risulta negativo, dunque, non sono i social o le piattaforme online ma il loro uso non consapevole. I materiali, condivisi sui social network, raggiungono infatti un ampio pubblico molto più velocemente rispetto a quanto avviene in contesti offline. Una foto condivisa su un social network viene visualizzata da migliaia di persone nel giro di poche ore: ciò avviene semplicemente cliccando il tasto “mi piace” o condividendo la foto e significa che qualsiasi contenuto può viaggiare molto velocemente, inclusi i messaggi apertamente discriminatori o i messaggi con connotazioni discriminatorie. I social network non creano contenuti discriminatori ma fanno sì che qualsiasi contenuto venga diffuso velocemente e presso un ampio pubblico, raggiungendo destinatari anche molto lontani”.

La scuola, dunque, è impegnata a svolgere un ruolo strategico nell’orientamento dei giovani ad un utilizzo positivo e responsabile, e proprio per questo l’Istituto Superiore “E. Fermi” di Bagnara Calabra ha inserito all’interno del proprio percorso didattico una riflessione sui media come oggetto, strumento e spazio del processo educativo. I laboratori, di due ore ciascuno, vedranno coinvolti 31 alunni del plesso di Bagnara Calabra e 27 per il plesso di Villa San Giovanni.