Dalla serie A al basket popolare, auguri ai Total Kaos
30 anni di storia neroarancio, gioia e difficoltà, vissuti sempre insieme in prima linea
21 Marzo 2020 - 18:03 | Redazione

“E tutta Italia attraverserò, sempre con te Viola sarò…”
Comincia così una canzone che spesso ha risuonato sui gradoni del PalaPentimele. Almeno dal 1990. Anno di nascita dello storico gruppo ultras “Total Kaos” che hanno accompagnato le vicende in chiaroscuro della mitica Viola Reggio Calabria. L’unica squadra da seguire in città. Erano gli anni della Panasonic, dei grandi investimenti, di Charlie Recalcati e Piero Costa. Erano gli anni dell’unico vero e solo capitano in campo, Sandro Santoro.
Che anni quegli anni, ha detto qualcuno. I Total Kaos, purtroppo, oggi festeggiano i 30 anni di attività, ma senza la Viola. Festeggiano perché un gruppo ultras è qualcosa che va al di là di colori e vicende societarie. Rappresenta la città ed è portatore di valori.
I ragazzi che oggi continuano a far parte del gruppo ultras più longevo della città, si ritrovano attorno ad un simbolo, la testa urlante con le mani nei capelli, che ne ha viste tante, in alcuni casi troppe… ma spinti da quei valori di aggregazione, orgoglio, solidarietà, coerenza e appartenenza, che li hanno accompagnati fino alla sofferta decisione di abbandonare temporaneamente i gradoni della “Curva Massimo Rappoccio” perché non si riconoscono in una squadra che, a loro dire, porta abusivamente il nome della Viola sulla maglietta. I soliti guastafeste, direbbero loro. Questione di scelte e di coerenza dicono gli ultras.
Da due anni i Total Kaos hanno intrapreso una nuova avventura, che si chiama basket popolare. Hanno iscritto una squadra nel campionato CSI provinciale. L’hanno vinto, spingendo quegli splendidi atleti che hanno deciso di sposare la nuova causa del tifo neroarancio, e non hanno mollato di un centimetro.
Oggi partecipano al loro secondo campionato, con la stessa grinta e la stessa voglia di 30 anni fa. Perché i Total Kaos non sono soltanto un gruppo, sono già storia.
