Calabria con un piede in zona gialla, Sebastiani (Cnr): 'Crescita improvvisa'

Secondol'esperto del Cnr i tassi riguardanti la Calabria dovrebbero essere oltre la soglia che porterebbe la Regione in zona gialla

La Calabria è attualmente la regione più vicina alla zona gialla per via dei valori relativi ai ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive, mentre Lombardia, Marche, Veneto e Liguria potrebbero raggiungere valori da zona gialla nelle prossime settimane.

È quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), basate sui dati epidemiologici della Protezione civile e su quelli sull’occupazione negli ospedali forniti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

Calabria con un piede in zona gialla

“La Calabria ha superato la soglia del 10% delle terapie intensive (è all’11% circa) con trend di crescita, mentre è al 14,5% per i reparti ordinari, dove da 9 giorni subisce un’improvvisa crescita lineare con tasso di aumento pari a circa 0,39% al giorno. Di conseguenza – osserva l’esperto – entro martedì prossimo (giorno a cui di norma fa riferimento il monitoraggio settimanale del venerdì) si prevede che sia oltre le soglie per la zona gialla”.

Per quanto riguarda le altre quattro regioni che si avvicinano alla zona gialla, “in Lombardia i ricoveri nei reparti ordinari sono al 14% circa, in crescita lineare nelle ultime due settimane con tasso di aumento pari a circa 0.30% al giorno. Di conseguenza – osserva Sebastiani – nei primi giorni della prossima settimana si prevede che si oltrepassi la soglia del 15%”. Sempre in Lombardia l’occupazione delle terapie intensive è di circa l’8%, in crescita lineare nelle ultime due settimane e con un tasso di aumento pari a circa lo 0,30% al giorno. Quindi “tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva la regione dovrebbe oltrepassare la soglia del 10%. In conclusione – rileva – martedì 14 la Lombardia dovrebbe avere i numeri da zona gialla”.

Nelle Marche l’occupazione dei reparti di terapia intensiva è del 10,5% circa, con trend di aumento, e nei reparti ordinari al 10,5% circa, con una crescita lineare negli ultimi dieci giorni e un tasso pari a circa 0,29% al giorno: “Se quest’ultimo rimanesse invariato, porterebbe in poco più di 15 giorni oltre la soglia del 15%, e quindi a numeri da zona gialla”.

In Veneto l’occupazione delle terapie intensive è al 12% circa, con trend di crescita, mentre è al 9,5% nei reparti ordinari, con crescita lineare nelle ultime due settimane e tasso pari a circa lo 0,31% al giorno: “Se rimanesse invariato, porterebbe oltre la soglia del 15% in poco meno di tre settimane”.

In Liguria le terapie intensive sono occupate per l’11,5% circa, con trend in crescita, e i reparti ordinari per il 10% circa, con un trend di crescita lineare negli ultimi 15 giorni e un tasso di aumento pari a circa lo 0,26% al giorno. “Se quest’ultimo rimanesse invariato, porterebbe la regione oltre i limiti della zona gialla in circa tre settimane”.

Nel Lazio, negli ultimi 3-5 giorni mostrano un appiattimento entrambe le curve dei ricoveri: all’11% circa e al 10% circa rispettivamente nei reparti ordinari e di terapia intensiva.

Questo, osserva Sebastiani, “probabilmente permetterà a questa regione di evitare nell’immediato futuro l’ingresso in zona gialla. L’attenzione deve comunque alta, visti i rapidi cambiamenti, come quello accaduto di recente alla Calabria”.

Frena la crescita di ingressi nelle terapie intensive e dei decessi. Nell’ultima settimana si osserva una frenata della crescita negli ingressi nelle terapie intensive e nei decessi, rileva ancora Sebastiani.

“Mentre la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari e quella dei positivi totali continuano a crescere in modo di fatto lineare, quella degli ingressi giornalieri in terapia intensiva e quella dei decessi mostrano nell’ultima settimana un trend di frenata della crescita, come messo in evidenza dall’analisi delle differenze percentuali settimanali – rileva Sebastiani – Le ultime due grandezze hanno un’importanza maggiore delle prime due poiché non risentono delle variazioni del numero di test giornalieri e coinvolgono le forme più gravi della malattia”.

Queste ultime, osserva, “si riescono a contenere bene, ma non in modo totale, sia per il valore corrente, grande ma limitato, della copertura vaccinale (75% circa) che per la presenza di altri fattori in soggetti vaccinati, come ad esempio le comorbidità”. La frenata, osserva ancora l’esperto, “è comunque confermata anche a livello dei positivi” sulla base del “trend di decrescita, sulla scala di due settimane, del numero di province nelle quali l’incidenza aumentata più del 40% negli ultimi sette giorni rispetto ai sette giorni precedenti”.

Fonte: Ansa