Calcio a porte chiuse, Ghirelli: 'In serie C è l'unico introito per le società, ma...'

Sottoposte al ministro altre questioni, come quelle relative alle certificazioni contributive e fiscali del 16 marzo

L’emergenza coronavirus è di portata mondiale e da questo contesto certamente non è esente il calcio. Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, intervistato dai colleghi di TuttoC.com, parla della concreta possibilità che il mese di marzo si giochi a porte chiuse:

“Aspettiamo il decreto del governo. Da quello che apprendiamo si andrà a porte chiuse. Noi abbiamo lavorato in una certa direzione ma di fronte all’emergenza del Paese siamo coerenti con quanto detto. C’è una catena di comando, dobbiamo lasciar da parte quanto pensato e, come Garibaldi, dire tutti insieme ‘Obbedisco’.

Venerdì scorso ho detto al ministro Spadafora, ricordandolo in questi giorni al suo entourage, che non volevamo le porte chiuse perché il calcio senza pubblico non esiste e perché le nostre società, a differenza delle altre serie professionistiche, vivono in gran parte con gli introiti provenienti dallo stadio. Di conseguenza nei provvedimenti finanziari che il governo si appresta a prendere, bisognerà tener conto di questo elemento. In questi mesi abbiamo lavorato sulle regole, sulle procedure per rispettare i regolamenti ed è evidente che i mancati incassi creano un problema enorme. Credo che il ministro raccoglierà questo tema.

Anche al bar si corre il rischio di star vicino agli altri quando si prende il caffè. Ma anche in fabbrica, in azienda e per strada. Se le autorità hanno deciso così vuol dire che questo elemento può entrare dentro lo schema che hanno definito.

Una delle questioni poste dal sottoscritto al ministro è che la Lega Pro ha una scadenza, il 16 marzo, relativa alle certificazioni contributive e fiscali. Abbiamo chiesto che tutto ciò rientri dentro al provvedimento governativo”.