Gambarie, il racconto di Margherita è una storia speranza e di vita - FOTO

La storia del capriolo Margherita

A rendere nota la storia è il noto Hotel Centrale di Gambarie che attraverso un bel post sulla pagina FB, avverte la comunità di Santo Stefano in Aspromonte:

Se trovate un cucciolo di capriolo, non toccatelo.

La madre, infatti, non abbandona i suoi figli ma li nasconde nell’erba mentre si alimenta per poi tornare ad allattarli. Qualora si lasciasse l’odore umano sul cucciolo, lei potrebbe decidere di abbandonarlo per sempre.

E’ quanto successo a “Margherita”, il capriolo trovato da un fruitore della montagna che erroneamente, compromettendo per sempre la vita in natura della piccola, l’ha consegnata ai Carabinieri del Reparto Parco, che l’hanno poi affidata, tramite suggerimento dell’Ente, alle amorevoli cure di Antonio Barca, presso il Rifugio Biancospino. Il Parco per garantire una vita serena al piccolo mammifero ha finanziato l’allestimento di un’area faunistica, completa di tabellone illustrativo, in cui è raccontata la storia del ritorno del Capriolo in Aspromonte e i comportamenti da tenere in caso di ritrovamento di cuccioli di specie selvatiche, area che può essere visitata da chi ha interesse a vedere da vicino il capriolo.

Foto di Margherita e Antonio Barca