Reggio, lavoratori senza stipendio da mesi. Arriva l'ultimatum delle Coop sociali

Le cooperative sociali di Reggio Calabria annunciano lo stato di agitazione in mancanza di novità da parte del Comune

Continua il dramma delle cooperative di Reggio Calabria. Chi opera nell’ambito dei servizi sociali, dedicando dunque la vita agli altri, non ha di certo vita facile. Ancora una volta, i lavoratori che si occupano delle persone disabili, dei minori con situazioni difficili o di chi ha bisogno di cure a domicilio, si trovano senza stipendio da mesi. È per questo motivo che le coop hanno deciso di dire “basta” attraverso un ultimatum.

Coop sociali senza pagamenti: la storia che si ripete

Non è la prima volta che le coop scendono in piazza per aver salvi i propri diritti. Circa due anni fa gli operatori del settore avevano manifestato sempre per lo stesso triste motivo, il mancato pagamento delle prestazioni fornite. La domanda che adesso resta da porsi è per quanto tempo, ancora, le cooperative riusciranno ad anticipare i costi del servizio prima di dover definitivamente chiudere battenti?

Le rette sono bloccate. Per i servizi domiciliari (che includono assistenza alle persone disabili ed ai minori in difficoltà che appartengono a famiglie problematiche ndr.) l’ultimo pagamento risale a giugno 2020, per i centri socio-educativi, invece, sono fermi a dicembre 2020.

Per avere un quadro generale della grave situazione vissuta, quotidianamente, dagli operatori del settore, CityNow ha intervisto il dott. Giovanni Giacobbe della Cooperativa Libero Nocera:

“Non riusciamo a capire cosa sia successo. Fino allo scorso anno, almeno per quanto riguarda i servizi dei centri socio-educativi non ci sono mai stati gravi ritardi, perché i fondi per la gestione provengono dalla legge 285 sull’infanzia. È lo Stato, dunque, ad inviare i fondi alle Regioni, i Comuni sono il penultimo tassello del cerchio che hanno il compito di pagare i servizi alle cooperative per cui non si attinge al bilancio comunale.

Alla fine di gennaio, come ogni mese, abbiamo presentato la fatturazione dei compensi dovuti che è stata recepita dall’ufficio ragioneria dei servizi sociali. Dopo 2 settimane ci hanno comunicato di bloccare la successiva fatturazione del servizio e dal Comune ci hanno fatto sapere anche che avrebbero rimandato la fattura di gennaio”.

Il motivo del mancato pagamento è un vero e proprio mistero, tanto che le cooperative Skinner e Libero Nocera, a distanza di 4 mesi, non sono ancora riuscite a venirne a capo.

“Abbiamo avuto un incontro con il Sindaco che, però, non è riuscito a soddisfare la nostra curiosità – ha spiegato il dott. Giacobbe ai microfoni di CityNow. Si è parlato di esigibilità dei fondi della gestone. Pare che ogni fine anno, il Comune debba riversare nel bilancio dell’anno i fondi residui. Quindi i fondi rimasti nel 2020 sarebbero stati passati nel bilancio del 2021, per farlo, però, si dovrebbe attendere la presentazione che, con ogni probabilità, non avverrà prima del mese di giugno.

Ma come si può lavorare senza ricevere in cambio il compenso? Già di per sé l’iter non aiuta i lavoratori. Basti pensare che dal momento della presentazione della fattura alla liquidazione, e quindi del pagamento presso le banche, passa anche un mese, un mese e mezzo. Se le cose dovessero proseguire così appare chiaro che le cooperative non percepiranno fondi almeno fino a settembre, ammesso che tutto proceda per il meglio”.

L’ultimatum al Comune

I lavoratori delle cooperative sociali, avendo già esperienza nell’ambito di pagamenti in arretrato, hanno deciso di non stare più attendere una manna dal cielo:

“Sappiamo quanto sia difficile la sopravvivenza delle realtà che non percepiscono, per mesi, i pagamenti dall’ente committente e non vogliamo più avere timori. È per questo che annunciamo una manifestazione di chiusura delle strutture, nel caso in cui l’amministrazione non dia ai lavoratori una risposta seria.

Il passaggio dall’anno 2019 al 2020 è stato assolutamente normale e si è svolto senza alcun intoppo. È vero che, in passato, quando a dover pagare le prestazioni era ancora il Comune, le coop hanno vissuto situazioni drammatiche con ritardi anche di un anno e mezzo. Ma adesso non se ne intuisce il motivo.

La legge prevede che a presentazione della fattura mensile, gli enti vengano pagati normalmente. Le prestazione d’opera devono essere evase per qualsiasi tipo di ente, sia che essi lavorino nell’urbanistica, nella nettezza urbana o nei servizi sociali che dovrebbero essere “servizi essenziali”, ma di fatto lo sono solo per nome”.

L’ultimatum delle cooperative al Comune di Reggio Calabria è dunque chiaro: se nei prossimi giorni non dovessero sbloccarsi i pagamenti, almeno parte di essi, scatterà lo stato di agitazione e lo sciopero. Gli operatori torneranno a manifestare in piazza per rivendicare il diritto alla retribuzione.

“La burocrazia tiene in ostaggio centinaia di famiglie e mette a rischio la tenuta dei servizi – ha aggiunto il rappresentante dei lavoratori”.

Il problema dell’assistenza domiciliare e dei servizi ai minori

I pagamenti per l’assistenza domiciliare ed ai minori sono bloccati da ancora più tempo rispetto a quelli per i centri socio-educativi. Ma, anche per questi non è il Comune a dover pagare. L’ente di palazzo San Giorgio, infatti, ha il solo compito di “girare” i fondi PON alle cooperative che prestano il servizio.

“Le nostre prestazioni vengono pagate grazie ai PON. Si tratta di fondi europei, mandati dal ministero che riguardano l’integrazione sociale nelle città metropolitane”.