Reggio, Giordano (Pri): ‘Cristo si è fermato a Mosorrofa’

"Nella periferia reggina le strade restano dissestate da anni nonostante le promesse delle amministrazioni" la nota

mosorrofa

Nel mondo del cinema e della letteratura, alcuni titoli riescono a catturare l’essenza di un luogo e di un’epoca, diventando simboli universali di un certo modo di vivere e di pensare. Uno di questi è senza dubbio “Cristo si è fermato a Eboli“, un film tratto dall’omonimo libro di Carlo Levi, che ci invita a riflettere sulla condizione di isolamento e sulla ricchezza nascosta di territori spesso trascurati.

Cristo si è fermato a Eboli” suggerisce l’idea che in quei territori, lontani dai grandi centri urbani, il tempo si sia fermato e la vita segua ritmi diversi, più autentici e meno contaminati dalla modernità, come accade nella periferia reggina. Traslando il significato letterario a questa periferia, non si può che invitare a riscoprire le radici profonde di un territorio che, pur essendo ai margini, custodisce un patrimonio di valori e tradizioni che meritano di essere valorizzati: un simbolo di resistenza culturale e di identità, un richiamo a non dimenticare le proprie origini e a riconoscere la dignità di quei luoghi che spesso vengono considerati periferici.

Mosorrofa, o Vinco e Pavigliana, così come Cataforio e San Salvatore, un tempo erano dei borghi vivaci e ricchi di tradizioni, oggi si trovano a fare i conti con un senso di abbandono che sembra averli fermati nel tempo. Non è un caso che da ormai quasi dieci anni, i cittadini di Mosorrofa e dei quartieri già citati, vivono con una promessa che sembra non voler diventare realtà. Le amministrazioni Falcomatà (uso il plurale visti i numerosi rimpasti) hanno tutte assicurato che le strade di queste frazioni sarebbero state asfaltate interamente, garantendo un miglioramento della viabilità e della qualità della vita di chi abita in questa zona.

Tuttavia, ad oggi, quelle promesse rimangono ancora sulla carta. Le strade, infatti, sono ancora in condizioni precarie, piene di buche e dissesti che rendono difficile il passaggio e mettono a rischio la sicurezza di chi si sposta quotidianamente. Questa lunga attesa alimenta frustrazione e delusione tra le comunità locali che continuano a sentirsi abbandonate e dimenticate. Promesse fatte e non mantenute che sembrano diventare un simbolo di una mancanza di attenzione e di investimenti nelle zone periferiche: non c’è da stupirsi se, nonostante le rassicurazioni (anche recentissime), i cittadini non credano più nell’interesse delle istituzioni per questi luoghi.

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In conclusione, immaginare che “Cristo si è fermato a Mosorrofa” significa riconoscere che ogni piccola realtà, con le sue peculiarità, ha qualcosa di unico da offrire. È un invito a guardare oltre le apparenze, a scoprire la ricchezza nascosta nei luoghi più umili e a celebrare la bellezza di un territorio che, come Eboli o Mosorrofa, ha molto da insegnarci sulla vita, sulla storia e sulla dignità umana. Tuttavia, non possiamo non sottolineare come la rinascita di questi quartieri passa soprattutto dalla volontà di chi ha il potere di cambiare le cose, ascoltando le esigenze di chi ci vive ogni giorno e investendo nel suo futuro. Solo così si potrà restituire a questo angolo di terra il rispetto e l’attenzione che merita.

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